RINUNCIARE A CAIROLI?
Cairoli con KTM. Se solo avessimo azzardato questa ipotesi qualche mese fa avremmo preso dei matti. De Carli, Lino e Nazareno con la camicetta arancio? Altra roba che ci avrebbe mandato in analisi. Eppure questo è, che vi piaccia oppure no, poiché la notizia più forte di un mercato piloti che si barcamena tra tante difficoltà è quella che riguarda Antonio e la sua squadra.
I perché di questo cambiamento li dovreste chiedere a Yamaha. Sono certo avreste risposte che si possono ricondurre alle difficoltà legate ai budget, alla sofferenza di un momento contingente che costringe alla prudenza. Insomma, i conti che non tornano e quindi bisogna tagliare.
Alla luce di quanto evidenziano i tabulati sui dati di vendita, non c’è ragione di dubitare. Trovo però difficile condividere la strategia che ha portato a questo clamoroso divorzio. Nelle pagine di questo fascicolo troverete anche opinioni diverse dalla mia ma mi sento di muovere una critica verso chi ha benedetto questa decisione.
Antonio Cairoli sta al motocross come Valentino Rossi alla MotoGp. Se per un attimo dimenticassimo Stewart e ciò che rappresenta dall’altra parte del mondo, ci accorgeremmo che in Europa il cross che conta ruota attorno al campione di Patti. Per quello che ha raccolto in pista dal 2004 ad oggi, ma anche e soprattutto per quel che rappresenta dal punto di vista mediatico.
Il siciliano è il solo che ha saputo colmare il vuoto lasciato da Stefan Everts, con il quale, guarda caso, condivide un percorso di vita pennellato a tinte arancio-blu. Cairoli fa reparto… come direbbero quelli del calcio, ma ciò evidentemente non basta.
Rispettabile e per certi aspetti condivisibile la decisione di salvaguardare bilanci e conto economico, ma mi chiedo perché sacrificare proprio lui. Fatte le dovute proporzioni e seppur con motivazioni diverse, mi pare di rivedere la discussa separazione tra Rossi e Honda. Ma, guarda il caso, in quella circostanza fu proprio Yamaha a giocare al meglio la partita assicurandosi il campione di Tavullia.
Se i risultati sportivi si riflettono sulle vendite, quanto peserà allora sulla prossima stagione commerciale di Yamaha la perdita di Cairoli? E per lo stesso principio, quanto gioverà a KTM se il siciliano dovesse continuare la sua striscia positiva di successi?
A proposito di vendite e di mercato. Sono in arrivo le nuove moto. Alcune sono già state oggetto dei nostri test. Altre sono al momento poco più che icone: possiamo vederle e percepirne le novità, ma per la prova dinamica è ancora presto.
L’industria del fuoristrada pare essersi attrezzata per contrastare la flessione a due cifre delle vendite. In molti casi infatti non ci si ferma a palpabili face-lift delle sovrastrutture plastiche ma si arriva ad interventi ben più invasivi. Lo dimostra la moto a cui abbiamo dedicato la copertina: la nuova Yamaha 250.
Le quarto di litro di cui pubblichiamo in anteprima il test sostenuto tra Stati Uniti e Canada anticipa la novità più attesa dell’anno: l’YZ 450, la quattroemmezzo con la testa all’indietro. Una scossa violenta ad un mercato stagnante.
EDOARDO PACINI