Una delle cose più difficili da fare al mondo è dimostrare che le persone hanno torto. Concetto difficile specialmente quando le persone sono condizionate a pensare in un certo modo a proposito di qualcosa o qualcuno. Prendete Josh Hansen. Senza tirarla per le lunghe – tanto le abbiamo sentite tutte sul suo conto – Hansen è arrivato nella Supercross 2015 come un Supersconosciuto. Avendo messo in piedi un suo team, ad Hansen sono successe un sacco di cose. E se dobbiamo dire la verità, che fosse l’industria, i guerrieri della tastiera nelle stanze delle chiacchiere o anche un tot di persone vicine a lui o famigliari, c’era un sacco di scetticismo nei suoi confronti e nella sua nuova impresa, il Team 100.
Apparentemente sull’onda di una carriera vuota, il 30enne del Colorado è stato spinto a dover mostrare al mondo che aveva un suo modo di fare le cose. E poi è successa una cosa curiosa: Hansen ci è riuscito! Quando lo scorso gennaio si è presentato all’Angel Stadium, Hansen era ragionevolmente in forma, in possesso di un equipaggiamento competitivo e circondato da un team di persone qualificate e talentuose. Il Campionato AMA 250 West Coast ormai si è corso e nonostante i risultati a volte approssimativi (Hansen si è piazzato decimo nella classifica finale, con una media punti di 9.75 in 8 gare), ciò che più che conta è che Josh ha guidato bene e mostrato più cuore e determinazione che in qualsiasi altro momento dei suoi 15 anni di carriera. Inoltre, gli stupidi incidenti e le tragedie che l’hanno perseguitato per tanto tempo, non c’erano più. Forse l’età? La saggezza? Il fatto che adesso è un padre di famiglia con una figlia di tre anni che adora e che l’ha aiutato ad arrivare al punto dov’è oggi dimostrando a tutti che può far davvero accadere qualcosa? Tutte buone domande…
Prima di tutto, Josh, come va la paternità?
‘La paternità è bella. È stata probabilmente una benedizione sotto mentite spoglie (non tutto il male vien per nuocere) per farmi restare più tempo a casa e preoccuparmi per le cose giuste. Cambia decisamente le tue priorità. Piuttosto fico’.
Devi alzarti nel bel mezzo della notte, cambiare pannolini e tutto quel genere di cose?
‘Sì, ancora sì. Cerco di aiutare. La mia ragazza ha il controllo sulla maggior parte delle cose da fare. E’ un lavoro a tempo pieno, quello è sicuro, una battaglia senza fine cercare di darle da mangiare o cambiarle il pannolino e cose così’.
Okay, la stagione SX Costa Ovest è appena finita. Cosa pensi delle otto gare disputate?
‘Che sono dispiaciuto. Mi aspettavo di finire sul podio a un sacco di gare, ma non è successo. So di esser stato bravo e costante tutto l’anno, la concorrenza è davvero forte. Tutti questi anni fuori dalle gare sono pesati. Ho perso un po’, ma so di poter tornare dove voglio essere, ma non è una missione facile, questo è sicuro’.
La tua forza e la resistenza sembravano buone…
‘Direi che ero molto più in forma rispetto agli altri anni. Ho lavorato davvero sodo. Non so… c’erano alcune piccole cose che mi giravano per la testa e altre che mi sarebbe piaciuto fare di diverso alla moto. Essendo il primo anno con il mio team privato, ci sono state molte cose da imparare. Vuoi dare il meglio che puoi e sento di avere un gruppo davvero bello attorno a me, ma ci sono sicuramente un paio di cose che voglio cambiare per l’anno prossimo. Vorrei fare più test. Credo di aver fatto tutto all’ultimo minuto, ma abbiamo fatto un buon lavoro e penso che gli sponsor siano stati davvero fantastici in questo progetto. Avrei voluto ricambiarli finendo sul podio e vincendo gare, ma non l’ho fatto. Peccato, un po’ sono deluso delusione, ma ci voglio lavorare per l’anno prossimo’.
Il tuo Team 100 Concept sembra calzarti a pennello. Ti ha motivato e magari fatto lavorare più sodo rispetto a correre per un team non tuo?
‘Sì e no. Se fossi tornato a correre alla fine della mia carriera, avrei voluto farlo bene. E non volevo andare a pregare per una moto, quindi ho solo cercato di portare avanti un progetto mio. Ti fa decisamente rimanere con i piedi per terra perché se fallisci, tutto ti ricade addosso. E non vuoi deludere nessuno del tuo team o gli sponsor che hanno creduto in te. Devi essere professionale, comportarti bene e avere attorno brave persone. E poi vuoi fare bene in moto. Penso avessimo tutto, ma essere sul podio al primo anno credo fosse una scommessa per chiunque. Penso che un sacco di gente fosse scettica su quanto professionale sarebbe stato il mio team. Ma credo di aver fatto bene. Ho messo del mio meglio e penso che con più budget l’anno prossimo e un po’ di aiuti in più, le cose potranno andare decisamente meglio. Con quanto avuto a disposizione, abbiamo fatto bene’.
Kawasaki è stata un grande supporto?
‘Mi ha aiutato con le moto e le parti originai. Non c’è stato alcun test su pezzi factory, ma se avevo bisogno di un cavo dell’acceleratore o cose del genere, era lì ad aiutarmi. Reid Nordin e Mike Williamson hanno fatto del loro meglio e li ringrazio. E’ stato fantastico aver avuto l’opportunità di lavorare con loro’.
Ti sei almeno guadagnato da vivere?
‘La maggior parte dei soldi arrivati li ho investiti nel team. Quelli rimasti non sono stati granché. Mi sono serviti per fare le cose in modo professionale, non il clown. Credo che i soldi possano venire un po’ più in là, in ogni caso non vuol dire che diventerò ricco. Fin dall’inizio del progetto non ho mai pensato ai soldi perché non avevo davvero niente di cui preoccuparmi, se non del mio whip agli XGames’.
Sei stato lontano dalle gare un bel po’ di tempo, vero?
‘Due anni e mezzo. L’ultimo main event disputato è stato a St. Louis nel 2012’.
Tornando a questa stagione, la parte difficile è stata fatta. Ti sei presentato con il tuo team, hai ottenuto buoni risultati e impressionato un po’ di gente. La vita ti sarà più facile quando andrai ad allestire il team per il 2016?
‘Lo spero davvero. Penso che la gente capisca che non sto con le mani in mano, non sto ad aspettare di trovare una moto. Spero che la gente ci creda, veda cosa c’è di buono e voglia aiutarci. Vorrei farlo per me stesso e anche per rendere felici i miei fans. Voglio mettere in piedi un bello show. Vedere tutti i fans quest’anno è stato surreale. Tutti sembravano felici di vedermi tornare, ma è stato strano non sapere davvero qual era il mio posto nell’ambiente. E’ stato fantastico conoscere nuove persone e avere il loro supporto. Ora ho una famiglia adesso, è totalmente diverso da prima. Non vivi più solo per te stesso. Sono davvero felice di esser tornato a correre e non vedo l’ora di continuare per altri anni’.
Il National partirà fra meno di due settimane. Perché non provarci a Hangtown? Potresti farcela.
‘Non lo so, dipende dalla situazione. Non ci ho pensato, ma non lo escludo del tutto. Non voglio essere solo uno dei tanti, non corro in outdoor da tantissimi anni, forse sarebbe bello provare a fare una gara, ma onestamente non so dove mi piazzerei’.
Okay Josh, vuoi aggiungere qualcosa?
‘Voglio ringraziare tutti quelli di MotoSport per avermi aiutato. Jarrod per aver creduto nel progetto e averlo fatto decollare. Voglio ringraziare Monster Energy, supportarmi ogni anno vuol dire molto per me. E poi Fox e Supertech che sono stati di grande aiuto. Grazie anche a Rvinuts. E naturalmente al mio meccanico Dan Castloo’.
(di Eric Johnson, images Media Monster Energy/Cudby)