Club Legend Jeff Stanton
Jeff Stanton l’antidivo. Certamente non dotato di un talento eccelso, ma forte di una concretezza e una forza fuori dal comune, si è fregiato tre volte del titolo Supercross. Nato il 18 Giugno 1968 a Coldwater (Michigan), ha mosso i primi passi nel mondo del motocross in sella ad una Yamaha. Prima gara al “Loretta Lynn” nel 1983 e nel 1986 esordisce da PRO nel National classe 500, dove si classifica settimo assoluto. L’anno successivo si mette subito in mostra con buoni risultati ed è “Rookie of the Year”.
La scalata verso la vetta del Supercross non avviene come la maggior parte dei piloti: infatti Jeff inizia con le potenti 250, snobbando la classe 125 che generalmente veniva usata come scuola prima di cimentarsi contro i grandi fuoriclasse. Il 1988 è un anno di apprendistato e nel campionato indoor 250 conclude al decimo posto finale, ottenendo un sesto posto come miglior risultato. Nel 1989 lascia la Yamaha ed approda nel team Honda, gestito da Roger De Coster. Nonostante lo scetticismo generale il team manager belga decide di schierarlo come compagno di squadra di Rick Johnson. Il campionato Supercross parte sotto il segno del campione in carica che domina le prime gare, ma è poi estromesso dalla lotta al titolo a causa dell’infortunio al polso che lo costringerà due anni dopo al ritiro dalle competizioni. Stanton non si lascia scappare l’occasione e coglie il suo primo titolo.
La sua costanza di rendimento gli permette di concludere con oltre 50 punti di vantaggio sull’immediato inseguitore Ron Lechien (Kawasaki). Ottiene successivamente il titolo anche nel challange outdoor. Viene convocato per la prima volta dalla squadra Usa che partecipa al Nazioni. In sella alla quarto di litro mette in mostra tutte le sue doti. Vince entrambe le manche a cui partecipa, guidando con autorevolezza sul tracciato tedesco di Gaildorf (Germania).
Nel 1990 il pilota del Michigan allunga decisamente la striscia di vittorie. Nonostante una partenza in sordina da metà campionato allunga in classifica. Con 4 vittorie all’attivo e la solita regolarità di risultati bissa il titolo dell’anno precedente, tenendo a bada la rimonta del neo compagno di squadra, il francese Bayle. Con quest’ultimo fin dagli esordi non mancano gli screzi e i rapporti sono sempre stati molto tesi. E’ nuovamente campione nazionale della 250 e gli sfugge per una manciata di punti il titolo della mezzo litro che va a Jeff Ward (Kawasaki). Partecipa come wild card al Gp del Mondiale classe 250 ad Unadilla, vincendo entrambe le manche nel giorno del primo trionfo iridato di Puzar.
A fine gara, con il solito modus operandi al limite del lecito, asserisce che l’italiano non gli era sembrato nulla di straordinario. Al termine della stagione fa ancora parte della team a stelle e strisce che vola in Svezia (Vimmerby) per difendere il titolo a squadre. La seconda manche lo vede vittorioso ma a differenza degli anni passati, la squadra americana soffre per aggiudicarsi l’ennesimo trionfo. Il giovane Bradshaw, reduce da un Supercross che lo ha visto vittorioso per ben cinque volte, in quella giornata delude le aspettative in sella alla piccola 125. Così nella terza e decisiva manche la sfida è ancora aperta. Il Belgio del giovane Stefan Everts è l’antagonista e Stanton cade subito dopo lo start. La rimonta è furibonda e dopo una corsa entusiasmante si piazza dietro al nostro Alex Puzar, riuscendo a riportare negli States il trofeo Chamberlain. Meno fortunato è invece l’anno 1991. Il duello tra titani con Bayle infiamma ogni prova del Supercross. Durante la batteria di qualificazione a Pontiac, immediatamente dopo il via Jeff cade e si infortuna alla spalla sinistra. Grazie ad un trattamento intensivo riesce a tornare in pista dopo solo una settimana dall’incidente nonostante l’iniziale prognosi avesse previsto 8 settimane di stop. Le condizioni fisiche non sono ovviamente ottimali ma la tempra e il carattere del campione Honda sono ormai note. Stringe i denti e conclude al terzo posto la stagione indoor. Viene preceduto di un solo punto da quello che sarà il rivale della stagione successiva, il giovane talento della Yamaha Damon Bradshaw. Il titolo Supercross finisce nella mani del transalpino Bayle. Stanton deve capitolare anche nel National di fronte allo stato di grazia di JMB. Da evidenziare in quella stagione la convocazione del team Honda per disputare l’ultima prova del Mondiale classe 250 con il palese scopo di aiutare il compagno di marca, l’americano Trampas Parker, a vincere il titolo, togliendo punti preziosi agli altri due pretendenti Mike Healy (KTM) e Alessandro Puzar (Suzuki). Domina con grande impeto la prima manche tanto che il pilota KTM è costretto a lasciargli spazio non opponendo resistenza. Nella seconda manche succede l’imponderabile: colpisce la ruota anteriore di Healy, leader della gara fino a quel momento, e lo spedisce a terra. Stanton vince e Mike è secondo perdendo per soli 4 punti il titolo a favore di Trampas Parker. Questo episodio diede vita a numerose polemiche.
Nella conferenza stampa di fine gara Healy è una furia. Non usa mezzi termini bollando Jeff come deficiente, imputandogli chiaramente la sua sconfitta. Stanton nega la responsabilità riportando l’episodio a normale routine di gara. Al Nazioni è ancora una volta il punto fermo della squadra statunitense. Sul temuto sabbione olandese di Valkeesward piega ancora le speranze ed i sogni delle compagini europee, in primis il Belgio in testa prima dell’ultima manche. Schieratosi questa volta in sella ad una 500, conquista per la terza volta consecutiva il Nazioni. La sabbia non è certamente il suo terreno preferito, infatti è autore di qualche errore senza conseguenze. Con una vittoria in gara 1 ed un decisivo 5° posto nella terza manche permette alla sua nazione di fregiarsi nuovamente del titolo a squadre. A fine gara Stanton dichiara: “Non immaginavo potessimo vincere. Non sapevo le posizioni dei piloti belgi perciò ho pensato solo a correre. Ho fatto tutto quello che dovevo fare”. Una grande soddisfazione al termine di un anno avaro di risultati. La stagione Supercross 1992 è quanto mai attesa. Nonostante Bayle abbia già dichiarato che a fine anno approderà al mondo della velocità, è grande l’attesa per assistere al duello tra Stanton Bradshaw e JMB. La stagione parte sotto il segno del pilota Yamaha che vince le prime quattro gare mettendo una seria ipoteca sul titolo. Da metà campionato i due piloti Honda recuperano punti su un Bradshaw vincente ma spesso discontinuo. All’ultima prova di Los Angeles solo due piloti possono conquistare il campionato. “The beast from the East” (soprannome di Bradshaw) conduce con sole 6 lunghezze di vantaggio sul rivale della Honda.
Il leader del campionato non è in perfetta forma a causa di un pesante infortunio rimediato una settimana prima. Quando cade il cancello dell’ultimo attesissimo main event dell’anno è Stanton a condurre sin dalle prime battute. Imprime alla gara un ritmo notevole che obbliga il resto del gruppo a forzare fin dai primi istanti. Infatti al campione del Michigan non basta solo vincere la gara per conquistare l’ennesimo titolo, deve anche sperare che il suo rivale non termini sul podio. Bradshaw, partito a centro gruppo, fa un’enorme fatica a recuperare terreno. Bayle, alla sua ultima prova negli stadi Usa, quasi non vuole attaccare Damon (ennesimo esempio di come i rapporti con il compagno di squadra siano stati davvero pessimi), ma è quasi costretto a superarlo, dato che il pilota Yamaha sembra l’ombra di sé stesso. Stanton vince così gara e campionato grazie al modesto piazzamento (5° posto) del suo rivale. Jeff coglie quindi il suo terzo titolo nel Supercross. Nel campionato National conquista il titolo della 250 con ampio margine sul rivale Mike Kiedrowski. Quest’ultimo però gli soffia per soli 3 punti il titolo della 500. Nel 1993 inizia la parabola discendente per l’ufficiale American Honda . Nel campionato Supercross inizia ad accendersi la stella di Mcgrath, il nuovo compagno di squadra di Jeff. Bastano poche prove e il ruolo del giovane Jeremy muta da gregario a capo squadra decretando il definitivo cambio generazionale. Al termine della stagione indoor lo scettro passerà in mano al ragazzo di San Francisco che darà inizio al suo dominio. Nel National ancora una delusione per Stanton nella classe 500 dove è costretto ad abdicare per un’inezia (9 punti appena), al pilota della Kawasaki Mike La Rocco. Il 1994 è la sua ultima stagione, la forma non è più quella di un tempo. Dopo una pesante caduta che gli procura una commozione celebrale (National 250) l’ufficiale honda decide di chiamarsi fuori. Nella gara di casa a Red Bud annuncia il suo ritiro. Jeff Stanton ha condensato tutta la sua forza e la sua ferocia agonistica in “poche” stagioni. Negli anni seguenti rimane nell’ambiente del motocross grazie ad una lunga collaborazione con il Team American Honda. Lo scorso novembre in occasione della “Transborgaro”, manifestazione che si è tenuta a Borgaro Torinese, Stanton è sceso in pista nella categoria anni 90.
Il trascorrere del tempo non ha scalfito la classe di Jeff che ha ottenuto un posto sul podio. D’altra parte il suo palmarès parla per lui: 3 Campionati Supercross, 3 campionati National classe 250, 3 vittorie al Motocross delle Nazioni e 37 gare AMA descrivono perfettamente la caratura di un pilota che avuto una breve ma intensa carriera agonistica.
Matteo
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(Image courtesy Paul Buckley photo, RacerX, Fran Kuhn, Tony Blazier, Redmoto.it)