Detto tra noi: Cross Country, l’incompreso
di Massimo Bonardi
Scorrendo il regolamento Enduro F.M.I. 2021, ho scoperto con piacere che il “Enduro Country”, fa ancora parte delle specialità di fuoristrada contemplate dalla nostra Federazione…..nel regolamento…perché nei calendari, niente!! Eppure stiamo parlando dell’essenza del fuoristrada, l’anello di giunzione che in molte altre zone del globo, unisce le discipline “veloci” su terra, si mette a disposizione di chiunque abbia una moto col tassello e voglia confrontarsi col cronometro. Avete mai partecipato? Io sì. Per tre anni “l’appendice” europea del XCC (European Cross Country) portata in Italia sotto insegne Baboons dalla sua delegata Roberta Chemel, era riuscita a creare un mini campionato di cinque sei gare all’anno. Si corre(va) su circuiti chiusi, giro da circa 7 / 8 minuti, circa metà su pista da cross e l’altra metà su percorso enduro (fettucciato o linea), con – qualche volta – anche piccole discriminanti “hard” che consentivano a chi le faceva di risparmiare qualche secondo sul giro secco. Nessun permesso di Provincia, Comuni, Ecologisti e affini, Con cosa si corre(va)? Qui viene il bello…..CON TUTTO !! Correndo in area chiusa puoi (potevi) partecipare con moto da cross o da enduro, gomme, cubatura, tempi del motore libere, nell’ambito ovviamente delle cilindrate previste dai regolamenti classici. Pronti via, mani in alto, moto spenta; alla bandiera si accende la moto si parte e si va per 90 minuti più un giro, vince chi percorre più giri nel minor tempo. La discriminante la fa la categoria alla quale ti sei iscritto. I più “lenti/anziani” e le coppie/squadre, manche al mattino, ragazzini fino ai dodici anni all’ora di pranzo su percorso ovviamente ridotto e i “veloci” manche al pomeriggio. Premiazioni e tutti (felici di aver passato una sana giornata di fuoristrada) a casa.
I numeri? Non ricordo nessuna delle gare alle quali abbia partecipato al di sotto dei 200 iscritti. Perché l’enduro, diciamocelo, sta incontrando sempre più problemi organizzativi e in altre parti del mondo….il problema l’hanno risolto con il G.N.C.C. America, America Centrale, Australia, Nuova Zelanda, Giappone ed Europa hanno convertito l’enduro in Cross Country sotto l’unica sigla organizzatrice Gran National Cross Country. Per intenderci, in termini di qualità dei partecipanti, dai campionati U.S.A. e Australia, sono venuti fuori quei piloti che hanno dominato integralmente l’ultima I.S.D.o.N. sia nel Trofeo che nel Vaso. In Europa con Baboons è sopravvissuto solo il campionato tedesco, che si svolge su sette prove. E in Italia? Come al solito vicissitudini burocratiche, incomprensioni e interessi prevaricanti sulla passione, hanno fatto passare l’organizzazione tra le mani di TUTTE le sigle possibili, AICS, UISP ed infine FMI, arrivata alla quale, però, è finita nel “congelatore”, pur rimanendo – come detto – nel novero delle specialità enduro previste dal regolamento. E sì che, guardate, solo in Emilia Romagna ci sono già almeno cinque circuiti, dove si è già corso, che sarebbero in grado di organizzare senza difficoltà una gara. Parlo di Predella di Salsomaggiore, Savignano, La Barbaiola, Faenza o Castellarano. Per non parlare di altre due fantastiche gare che si potrebbero organizzare nella splendida Salmour o nel Centro Federale di Polcanto e cito solo circuiti dove ho messo le ruote.
Si riuscirà in qualche modo a ridar vita a questa bellissima “nazional-popolare” specialità?
E’ pur sempre un “detto fra noi” io l’ho buttata lì !!
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(Image courtesy GNCC)