Detto tra noi: Il pilota 6.0
E’ quello che il “6” ce l’ha davanti all’età o alla decade di nascita; ne faccio parte, di quella tribù, so bene di cosa sto parlando. Sono lo zoccolo duro dello sport del tassello, cross o enduro che sia, sconfinano nell’adventouring, quando proprio non ce la fanno a stare fermi e quasi le categorie le stanno facendo solo per loro. Sono gli appassionati senza speranza di redenzione, che non usciranno mai dal tunnel di quel mezzo rumoroso e puzzolente che in tenera età li ha folgorati sulla via di Damasco. In pista quasi tutte le domeniche, acqua, vento, neve, tempesta, acciacchi e artrosi, con le moto sempre perfette e pulite in mezzo ai “ciovani”; senza culo, la prominenza ha raggiunto l’addome, da dove la tartaruga è partita tanti anni fa con un laconico saluto, fasciati negli ultimi pantaloni “fluo” del catalogo 2021 con outfit sempre perfetti, perché lo stile non ha prezzo ne età. Ci vedete felici come pasque, per esempio noi categoria “master” del campionato senior di motocross, lusingati dall’onorevole definizione, mentre in pista ci scambiamo consigli sul setting delle sospensioni e aggiornamenti sulle rispettive anamnesi, in fondo orgogliosi di riuscire a portare ( o a farci portare….il confine è labile) quegli stupendi mezzi dispensatori di gioie ( e qualche dolore) per una manciata di minuti su tracciati sempre più pieni di salti che ti fanno maledire gli istigatori americani.
Tra noi qualcuno è ancora velocissimo, capace di annichilire piloti con ben meno della metà dei suoi anni, mentre quelli che subiscono il sorpasso irriverente con “bistecca” a cavallo delle orecchie del pilota 3.0, tornano ai box ed agguantano il cacciavite, perché la convinzione che due o tre click delle forcelle in compressione possano essere la causa di cotanta umiliazione, è più forte di ogni sentimento di resa. Ci si tatua nell’anima che non si smette di andare in moto perché si invecchia, si invecchia quando si smette di andare in moto, il concetto che ti permette di andare in pista sotto zero, con le dita che si staccano dal freddo o infilarti in quel sudario sintetico a trenta gradi all’ombra. Quando ci confrontiamo tra noi, prevale l’orgoglio, lo spirito mai domo del cavaliere lancia in resta; ci si toglie il casco, paonazzi ed in debito di ossigeno dopo l’ultima tenzone e ci scambiamo i commenti di rito….”Ma tu tiravi?” “Macché” – attaccandoti alla bottiglia col triplo della dose di integratori, con la foga di un cammello che si è perso nel deserto – “….giravo di passo !!!”
Ma siamo anche quelli, ai quali si gonfia il cuore quando vedono i bambini del minicross scalpitare per entrare in pista, che li guardano girare con il loro infinito coraggio e incoscienza – puri – con la passione e il sentimento…..del pilota 6.0…..
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