Fantic e Beta scelte diverse
di Edoardo Pacini
Ci sono discrepanze tra le normative che regolano l’attività nazionale e quelle scritte per il Campionato del Mondo. Questa discordanza genera “vizi di forma” che alimentano fantasia e creatività di chi crede nel due tempi ancorché datato. Abbiamo esaltato le prestazioni di Lapucci negli ultimi Internazionali d’Italia iniziati a Riola Sardo e terminati a Mantova. Lapucci che si è poi confermato nella prima prova di tricolore Prestige di Maggiora vincendo gara 2. In Italia, ma verosimilmente sarà così anche nell’’Europeo, vedremo moto da duecentocinquanta a due e quattro tempi giocarsela nelle stesse gare. Nel mondiale MX2 non sarà permesso e chi vorrà cercar fortuna miscelando olio e benzina, dovrà scegliere l’improbabile confronto con le 450 della MXGP.
Infilandosi nelle pieghe anomale di regolamenti troppo diversi, c’è chi prova ad allungar la vita a progetti datati. Per una Yamaha che ha smesso di sviluppare la sua YZ250 2T da oltre un decennio, c’è una Fantic che ha scelto proprio quella base tecnica per costruire il suo programma 2021: un vestito nuovo, il tuning a motore e sospensioni e via a correre tricolore ed europeo. La staticità dell’industria giapponese (in alcuni casi totalmente assente) e la “magnanimità” del Gruppo di Mattighofen, evidentemente concentrato su altri fronti, lasciano spazio ad attività alle cui basi non ci sono straordinari contenuti tecnici. Ma la scelta sta pagando almeno sul piano della visibilità visto che in questo inizio stagione il binomio Lapucci-Fantic è stato più volte tirato in ballo.
Considero più coraggioso, affascinante ma anche più complesso, il progetto di Beta che ha lanciato la sfida nel mondiale della top class allestendo un’interessante 450. Jeremy Van Horebeek ha fatto bene nelle prime gare dell’anno. Il torneo iridato della MXGP ci dirà di più sulle qualità del quattroemezzo fiorentino.
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(Image Beta – Team Maddii Fantic)