Emilio Ostorero e quella foto autografata
di Martino Bianchi
Volevo esserci sabato a Maggiora per assistere alla premiazione da parte della Federazione Motociclistica Italia a Emilio Ostorero come “Cavaliere del Cross” ma sono arrivato in ritardo. “Dio fà… Martino dov’eri?” . La sento già l’esclamazione di Emilio. E intanto mi chiedo se il sedici volte campione tricolore di motocross si senta più Cavaliere del Cross, Cavaliere della Repubblica Italiana (ricevuta da Saragat nel ’71) o Commendatore (Scalfaro ’92). Cavaliere o Commendatore poco importa.
Sicuramente è il motocrossista con più titoli vinti in pista e in onorificenze. Sempre sabato incontro Puzar nei paddock che chiama Emilio al telefono proprio mentre ci salutiamo. “Ciao Emilio mi ha fatto piacere vederti!” “Ciao Sandro. Bello. Sono emozionato. Ma sono dovuto scappare via” e Sandro “ C’è qui Martino Bianchi che ti saluta te lo ricordi? “ – “ E come no! Ha ancora in sospeso un invito…”.
Emilio Ostorero l’ho vissuto e conosciuto professionalmente parlando “solo” nel suo periodo di Commissario Tecnico nel motocross per la Federazione Italiana a cavallo tra gli anni 80/90, piuttosto che come pilota. Con Emilio come CT, l’Italia vinse i mondiali di cross con Rinaldi (84), con l’italianizzato Parker (89/91) e con Puzar (90). Proprio con quest’ultimo ebbe ed ha attualmente un rapporto di amicizia e collaborazione fantastico, piemontesi entrambi, con un fisico molto simile , una grandissima tenacia e grinta in pista. Impazziva per Sandro e gli è rimasto nel cuore. “Mi ricordo quando proprio a Maggiora arrivasti in elicottero e poi vincesti la gara. Ti ricordi Sandro! Che garona che avevi fatto!”.
E intanto Sandro gode e ride.
Emilio come CT era a disposizione di tutti i nostri azzurrini. Aiutava e dava consigli senza alcun pregiudizio. Molto serio e determinato anche in questo ruolo che ha ricoperto per più di dieci anni solcando le piste dei vari campionati del mondo dove i nostri piloti erano presenti e vittoriosi soprattutto nelle classi 125 e 250. Poi l’ho letteralmente rincorso per avere la sua Husqvarna 500 a quattro tempi del 1961 in esposizione alla Fiera di Milano.
Un pezzo spettacolare che trasferimmo anche nel nostro centro stile per un piccolo restauro. Era il 2011, Husqvarna era prodotta a Varese sotto l’egida di BMW ed io lavoravo li. Lo invitai a casa mia a Morazzone ma Emilio non riuscì a venire. Allora decisi di portargli la foto e di farmela autografare.
Una foto a cui tengo in modo particolare, di cui ho una copia e che fu ritrovata nell’archivio del Motoclub Morazzone. Ora l’archivio è custodito da Pietro Miccheli, marito di Marinella Ossola, figlia del fondatore e unico presidente del Motoclub ormai da anni inattivo, Emilio Ossola. La foto risale al 1958 e ritrae Ostorero scollinare proprio dove è situata la mia casa, con sullo sfondo il Sacro Monte di Varese .
Era la prima gara che si organizzò nel paese dove risiedo da più di 30 anni e che Emilio vinse in sella alla Mi-Val Carrù davanti a personaggi che poi fecero la storia del motociclismo come Osvaldo Vettori e Renzo Pasolini. La gara mi riporta alle feste e alle sagre paesane, e a come è nato il motocross negli anni ‘50. Una collina, delle corde come delimitazione e il pubblico a fare da cornice. Tutti vestiti a festa, con le famiglie a vedere il Motocross in una domenica di fine agosto.
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