MX Italiano Prestige Elite o…..epoca?
Montevarchi pista tosta…non si provi a dire il contrario. Difficile, veloce, impegnativa, seppur preparata al meglio da quel “Giammatraxx” che l’ha ricostruita, ma allo stesso tempo riempita di trabocchetti. Montevarchi che non ti consente di prendere “il ritmo”, perché ogni curva è diversa, ogni salto è diverso e devi guidare SEMPRE senza un attimo di rilassamento perché l’errore è li che ti aspetta. Domenica è andata in scena una prova del campionato italiano motocross Prestige; nella categoria Elite, presumibilmente sulla carta la più performante, parecchi nomi stranieri con Gajser e Coldenhoff quelli di spicco e che, diremmo quasi inevitabilmente, sono saliti sui due gradini più alti del podio….poi, l’Italia…
Già…l’Italia. Ora, effettivamente il cappello di questo articolo l’ho giustamente dedicato alla pista, che appunto non essendo banale richiede la sua bella esperienza, non si discute, ma se quello che è emerso (e non solo qui) è quello che rappresenta il futuro del motocross italiano – per lo meno nella classe regina – c’è da sentirsi in serio imbarazzo. Se togliamo gli stranieri in gara, la classifica vede 1° Lupino, anni TRENTA, terzo assoluto dopo avere preso TRENTACINQUE secondi da Gajser in gara uno e VENTICINQUE in gara due. 2° Philippaerts, anni TRENTASETTE. 3° Bernardini ATTUALMENTE ENDURISTA. 4° Chicco Chiodi anni QUARANTOTTO……. Considerate che Gajser viaggiava (almeno per quel poco che si è visto nelle inquadrature) ad andatura da endurata sui colli toscani tra un Brunello e un Morellino, mentre Coldenhoff versava nel bicchiere. Lo sloveno, l’unico rischio lo ha corso nelle prove quando si è sdraiato a causa di “eccesso di bistecca”.
La MX2 sarebbe addirittura meglio non nominarla neanche, ma bisogna, perché tolto Adamo che, in recupero da infortunio sta riprendendo faticosamente il ritmo e si è comportato benissimo, senza la caduta in gara uno la gara sarebbe stata dominata – davanti ad un nugolo di stranieri – dal sempre strabiliante Lapucci che corre su un due tempi di dieci anni fa con le plastiche nuove. Mi verrebbe da dire UN DISASTRO… Se non che, allo stesso tempo, la cosa esaltante è vedere cosa siano ancora in grado di dare al nostro sport campioni VERI come Chiodi e Philippaerts; veri perché senza più nulla da dimostrare, senza più alcun risultato da raggiungere, vanno in pista per il gusto di girare il gas e per il gusto di chi ha la fortuna e l’onore di poterli vedere guidare ancora con la stessa grinta…e un po’ meno fiato…ma sempre con il coltello tra i denti. E il nostro Lupo? Sì perché alla fine della fiera, al prossimo mondiale, gli italiani in 450 saran poi quattro, mica mille. Tonino ancora dietro un cancello non si è visto, ma su di lui non si discute – guai a Dio – Monticelli sappiamo che per lo meno nel primo quarto di gara può avere il ritmo da primi cinque, su Forato grandi speranze….
Il Lupo che si è detto “soddisfatto” della sua prestazione al Miravalle, adesso parte e va al National… Ecco… presumibilmente solo per la prima gara, al Fox Raceway di Pala….che inizio. Pistone artificiale da centomila all’ora di media con salti siderali. Roba da mettere una tanica di Svitol nel comando del gas per darcene di più – se ne hai -. Però magari l’ha vista giusta, visto che la prima del mondiale sarà ad Orlyonok che è notoriamente uno dei tracciati più veloci ed estremi del calendario. Dai, nei dieci ce lo vedo !!
Nel frattempo, se chiedessimo a Chicco se avesse voglia di correre ancora un mondiale? No eh…!?
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(Image courtesy Mc Brilli Peri)