Un Supercross senza terra…
di Martino Bianchi
Nel mio ultimo flashback vi ho parlato del mio primo SX in America. Ma un Supercross davvero difficile da immaginare oggi giorno è quello che ho vissuto sempre come inviato di Motocross a Zurigo nel febbraio 1981. Un supercross senza terra. Si avete letto bene! Sulla scia del successo ottenuto pochi mesi prima dalla prima edizione del Superbowl di Genova a cui dedicherò uno dei miei prossimi amarcord, anche gli svizzeri vollero cimentarsi in un cross indoor. Ma come? In Svizzera se porti via della terra dai campi , e soprattutto 40 anni fa……non era proprio facile avere i permessi per trasferirla in un palazzetto.
E così all’Hallenstadion di Zurigo venne organizzato il primo e unico (credo) supercross su parquet in legno. Gli ostacoli erano creati da dei bancali e i salti artificiali da delle pedane in legno. Il tracciato era quasi tutto su parquet a parte qualche sconfinamento su cemento e si sfruttavano anche due rettilinei molto veloci compresa una curva sopralevata della pista di ciclismo. Le moto erano ammesse alla gare erano tutte 125 gommate con pneumatici da trial. Con i pneumatici da cross era impensabile riuscire a stare in piedi sul parquet e tantomeno sul cemento! Nessuno lo capii al momento, ma quella fu il primo esperimento “inconscio” della disciplina supermotard che divenne di moda, anche nei palazzetti come quello di Bercy a Parigi o di Barcellona, molti anni più tardi.
Il cancelletto di partenza era solo per otto piloti. Buono era il numero dei partecipanti con alcuni nomi internazionali come Alain Lejeune, vincitore della gara alla sua prima uscita con la Cagiva ufficiale, George Jobè con la Suzuki, Gerard Rond e il pilota locale Ristori. La nota dolente era la completa mancanza di un sistema di areazione centrale, come quello che invece è dotato il Palazzetto di Genova, così che dopo qualche manche l’aria all’interno dell’Hallenstadion era diventata irrespirabile così come era praticamente impossibile avere delle foto di buona qualità visto che sembrava di essere avvolti da nubi di nebbia…..
La manifestazione ebbe un buon successo di pubblico con 6000 spettatori paganti…..tutti intossicati compreso il sottoscritto! Mi ricordo la felicità dell’allora Direttore Commerciale Cagiva, Luigi Giacometti per la prima vittoria “internazionale” del nuovo acquisto della Casa di Schiranna il belga Alain Lejeune. Lejeune, che in seguito conobbi bene in quanto era uno dei piloti di un noto produttore di abbigliamento tecnico italiano per cui svolgevo il racing service nel mondiale 125 ( la M.Robert), conquistò poi la decima posizione finale nel mondiale 125 con la piccola moto varesina, il miglior risultato nel giovane percorso sportivo di Cagiva cominciato solo un paio di stagioni prima. Lejeune ebbe la sua miglior stagione nel mondiale 125 del 1984, dove terminò al quarto posto con la Suzuki ufficiale e vinse l’ultima manche in Lussemburgo.
Non ricordo di altre prove di motocross su legno, quella di Zurigo fu sicuramente per l’epoca qualcosa di avveniristico che probabilmente aprì le porte ad altri sport motoristici indoor come l’enduro, il trial e il supermotard.
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