La prima moto non si scorda mai: Ancillotti 50 – 5 marce 1974
di Martino Bianchi
Giugno, finiscono le scuole e si sogna la prima moto. Mi immedesimo nei ragazzi d’oggi. Forse ne sono rimasti pochi che sognano ancora la prima moto a 14 anni. O forse mi sbaglio. Eppure mi sembra che qualcosa stia cambiando. Che i giovani dopo “ l’esperienza Covid” abbiano voglia di uscire, di sentirsi liberi e di respirare un po’ adrenalina. Già la moto! Io ne rimasi fulminato quella volta che il Chicco mi fece provare il suo Romeo 50 a 4 marce. Eravamo nel cortile di casa mia in campagna e in un pomeriggio imparai a mettere le marce. E da lì cominciò tutto. Era l’estate del ’73 ed essendo nato a fine Dicembre ‘59 dovevo aspettare la fine dell’anno per poter “sognare” la mia prima moto. La chiesi a mio padre per Natale che vedendo la pagella del primo trimestre alla prima del liceo scientifico mi disse con un pizzico di ironia –“ Stai scherzando vero!………Non se ne parla. Se sei promosso te la regalo!”. Ironico si perché quella pagella aveva forse una sufficienza . Fui salvato per miracolo, in quanto non mi bocciarono a giugno ma mi diedero 3 materie da recuperare a settembre per darmi un’ ultima chance. Intanto io cominciavo a collezionare i Motocross che dal ’73 (non ne ho mancato uno ) ho tutti nella mia “biblioteca” di casa e a sognare sempre la mia prima moto. Le studiavo tutte. Le conoscevo perfettamente. Ero indeciso tra la Gilera, l’Aspes e l’Ancillotti. Tutti 50ini.
Ma impazzivo per il rumore del Sachs e quindi la scelta cadde sull’Ancillotti Sachs 50 a cinque marce. Passavo da Bama il concessionario che c’è ancora in via Padova quasi tutti i giorni a guardarla in vetrina e a rompere le scatole a Manuel con domande del tipo : “ ma le forcelle reggono tratti tosti come la ferrovia di Abbiate Guazzone?” Manuel non ce la faceva più….mi rispondeva a fatica ormai solo per farmi contento. Il colore doveva essere rigorosamente rosso amaranto con la scritta Ancillotti in bianco e i parafanghi grigi. La grande motivazione mi spinse a prepararmi bene per gli esami di recupero. Fui promosso e così a fine settembre ‘74 arrivò l’Ancillotti.
Ricordo che così come era “di serie” durò molto poco. Dopo pochi mesi cambiai il carburatore con un Bing del 30 mm di diametro, marmitta aperta ad espansione che passava sotto. Via il silenziatore. Via le luci. Trasformata in poco tempo da cross. Era uno spettacolo. Tenevo solo il faro anteriore per poi toglierlo appena arrivavo in pista a Schianno che raggiungevo in moto passando dai boschi. In moto si faceva fatica a sentirla, era un sibilo per le orecchie. Quando poi entrava in coppia, chiaramente a regimi molto alti, mi sentivano proprio tutti. Ma erano altri tempi. Oggi giorno impossibile pensare una cosa del genere! Mi avrebbero multato subito e sequestrato il mezzo. Il vigile del paese ha fatto di tutto per cercare di beccarmi ma non c’è mai riuscito….
Ebbene l’ho ritrovata. E mi sono ancora emozionato. Grazie a una visita alla splendida collezione di Alfredo Gramitto Ricci ho potuto risedermi sopra. Era proprio lei. Perfetta . Originale in tutto. Poi l’articolo sull’impresa Ancillotti che trovate sul nuovo numero di Giugno di Motocross mi ha fatto riassaporare quanto sia stata importante quella mia prima moto anche per quello che poi è stato il mio percorso professionale.
Emozioni che i giovani quattordicenni d’oggi dovrebbero riscoprire. La moto, il ciclomotore, la possibilità di essere autonomi e di non dipendere sempre dai genitori o dai mezzi pubblici per ogni spostamento. Radunarsi con gli amici, scoprire, viaggiare, vivere la realtà e non solo quella virtuale sul cellulare. E’ Giugno, una bella pagella e via col vento in faccia! E mi rivolgo ai papà che mi leggono ( in quanto credo impensabile che ci siano 14enni che mi seguono in questi miei flashback…..): regalate emozioni per la promozione a vostro figlio!
La prima moto non si scorda mai.