DOVI – COME – CROSS
I social. Gran bella invenzione (forse), dove trovi tanta gente, puoi confrontarti con chi ti è amico o anche no, la pensa come te o anche no, scambiare opinioni in quasi (troppa) totale libertà di espressione o in alcuni casi essere (troppo) facilmente represso. Questo se sei una persona cosiddetta “normale”. La questione si complica non poco se – volente o nolente – è un cosiddetto “personaggio pubblico”, che si mette in evidenza. Allora ad ogni mossa, c’è sempre qualcuno che la osserva, la divulga o la divulga lui stesso per sano e sacrosanto gusto personale e la mette a disposizione dei “naviganti”. A quel punto si scatena l’orda dei pro e dei contro che si confronta con i giudizi in un crescendo che spesso, inevitabilmente, trascende nell’aggressivo gratuito se non nell’offensivo da parte dei famigerati “leoni da tastiera”.
Questa premessa, é un po’ lunga ma essenziale per anticipare l’argomento, perché l’obiettivo è parlare di Andrea Dovizioso e della parentesi – per il momento semi-ludica – che sta vivendo nel nostro amato sport. Tutti più o meno sono al corrente che il Dovi la moto l’ha scoperta nella polvere, non sull’asfalto dove poi è passato e ha raggiunto i suoi prestigiosi risultati. Suo papà è uno dei piloti 6.0 più conosciuti e assidui frequentatori dei cancelli di partenza dell’Emilia Romagna. Andrea è un pilota appassionato, che non ha mai smesso di usare la moto da cross. Ricorderete quando, ancora pilota ufficiale Ducati, partecipò infortunandosi durante il campionato MotoGP, alla gara di campionato regionale a Faenza…apriti cielo…venne costruita una “pira mediatica” senza precedenti (furono addirittura più gentili con Valentino Rossi quando si fece male fuoristrada..e non è facile), sulla quale il povero Dovizioso venne issato senza pietà, con un sacco di gente intorno armata di fiammifero acceso.
Ma quello che si sta verificando adesso è veramente inspiegabile. Andrea è sostanzialmente libero da impegni sportivi ufficiali, dal quale si è allontanato con una dignità che ho apprezzato moltissimo, ha mantenuto qualche sponsor istituzionale, si è ri-avvicinato all’attività sportiva del cross con estrema umiltà, prima con degli eventi organizzati da enti di promozione sportiva, sino ad arrivare questa domenica, dopo evidentemente un bel po’ di allenamento, a mettersi dietro il cancello del campionato italiano prestige di Cavallara. Cavallara eh, ho detto; chi ha visto la gara ieri e ne capisce un pelo di motocross, sa che stiamo parlando di un circuito tutto meno che facile e banale, sul quale Andrea Dovizioso si è “permesso” di qualificarsi nelle prove del sabato al gruppo “A” della MX2, in mezzo a piloti mediamente con dieci anni o più in meno di lui; un’era geologica, quando si parla di motocross. Ebbene, quando si è sparsa la notizia della sua partecipazione, per fortuna tanti sono stati gli apprezzamenti e le manifestazioni di stima, ma nel contempo hanno aperto le gabbie dei famosi “leoni da tastiera” ed è scoppiata l’ira di Dio. E quindi?
Ok, vivere da repressi e sottomessi è bruttobrutto e ogni occasione è buona per sputar veleno, ma mi chiedo cosa ci possa essere di sbagliato o criticabile se un PILOTA decide per tenersi in allenamento o anche solo per hobby, di cimentarsi nel nostro sport. Oh attenzione, critiche pesantissime anche da cosiddetti “appassionati” del nostro ambiente eh !? Allora sfrutto l’occasione e io gli do un caloroso benvenuto, ad Andrea Dovizioso, nel nostro sport un po’ da “figli di un Dio minore” rispetto ai fasti della MotoGP, ma sicuramente più genuino e appassionato. E poi diciamocelo francamente; se arriva un personaggio come lui, che riesce un attimo a spostare i riflettori sul nostro ambiente e sappiamo quanto ne abbia bisogno, “bene o male non importa, basta che se ne parli” può essere solo un vantaggio.
(Image FX Action)