Continuare a sorprendere
di Fabio de Lorenzo
Il prossimo 23 settembre saranno trentasei gli anni di Cairoli e mai come per questo splendido atleta, l’età anagrafica è solo un numero impresso sulla carta di identità. Su Antonio è già stato scritto tutto durante la sua lunghissima militanza ai massimi livelli. Eppure, ogni volta che scende quel cancello, la parabola della sua storia si rinnova senza mai curvare verso il basso. Probabilmente non vincerà il suo decimo titolo mondiale (a proposito io lo spero con tutto il cuore), probabilmente nessuno lo colloca tra i favoriti ma se pensate ad un pilota che non mollerà mai la presa, questo è Tony! Non ho alcuna conoscenza approfondita con l’ufficiale KTM ma ritengo di poter affermare che abbia vissuto molto per la sua età. Non si è mai fatto mancare nulla fin dai difficilissimi esordi che hanno forgiato il suo carattere granitico; caratteristica che ancora oggi, a dispetto di ogni logica, gli consente di collocarsi tra i più veloci atleti al mondo. Scrivo e ripenso a ciò che ho osservato durante il primo GP della stagione. I sette mesi di offseason vissuti sottotraccia sono serviti a recuperare, almeno in parte, i suoi inevitabili guai fisici dovuti ad un’infinita carriera agonistica. In sella non è più elastico come un tempo ma con tanto mestiere ha compensato ciò che madre natura gli ha inevitabilmente tolto. La sua visione della gara è al limite del credibile. Provate a mettere in loop il video della gara ed in ambedue le partenze vi accorgerete con quale cura ha scelto il gate e la traiettoria di entrata nella prima curva. I contatti e le relative cadute sono avvenute a pochi centimetri da Antonio che ha sempre staccato interno e soprattutto prima dei suoi avversari. L’evidente risultato finale gli ha consentito di sfilare davanti a tutti insieme al ristrettissimo gruppo degli attesi protagonisti. Poi la freschezza dei suoi avversari e qualche piccola sbavatura, gli hanno precluso il risultato pieno nella prima frazione, in una pista che lui non ha mai amato. In gara due è stato tradito proprio da quel tracciato velocissimo, dal fondo troppo compatto e impossibile da “lavorare”, che alla prima infinitesimale disattenzione, avvenuta sull’infido salto di arrivo, lo ha privato di un podio certo e strameritato. Senza frizione e non più reattivo come ad inizio manche, è stato costretto al ritiro rinunciando così ad assestare un colpo violento a chi lo dava già battuto ancora prima di iniziare.
Le telecamere che lo inquadravano mentre camminava in silenzio davanti a Jill, hanno descritto meglio di qualsiasi commento, il comprensibile stato d’animo del campione. Dalle sue parole a fine gara, è giunto un giudizio duro soprattutto con sé stesso. Delusione per un risultato gettato al vento nella giornata in cui avrebbe potuto quantomeno salire sul podio. Questi frangenti ci hanno sempre descritto l’uomo più che il pilota; più niente da dimostrare, un palmares che lo colloca tra le leggende, una carriera costruita partendo dall’ultimo scalino ed una ferocia agonistica senza uguali. Ero presente quando conquistò la sua prima manche iridata, così come in altre moltissime occasioni dove ha regalato emozioni immense. Domenica scorsa non è andata come era lecito attendersi ma grazie Tony, soprattutto per avere ancora voglia di sorprenderci!