Michele Rinaldi A proposito della meteora O’Mara…
di Edoardo Pacini
“Si correva il gran premio di Frauenfeld, in Svizzera. Era l’81, era il giorno che O’Mara è arrivato e c’ha battuto tutti. Ecco… è arrivato Johnny e c’ha dato la paga subito. Faceva un doppio che… non sapevo che esistessero i doppi salti.
Johnny il doppio non lo faceva per velocità, io con la Gilera andavo su più forte di lui, della sua Honda, ma ci voleva la tecnica. Dovevi arrivare, staccarti, alleggerire la moto, arrivare “di là” di tecnica. Io… non potevo accettare di non arrivare di là, c’ho provato in tutti i modi ma non era una questione di chilometri all’ora. Queste son cose che non dimentico. Parliamo del valore nostro? Di campioni (del mondiale, nda). Johnny O’ è arrivato, c’ha dato la paga ed è andato. Tutti si ricordano di Johnny O’, perché lui era bianco e rosso, capelli lunghi, aveva le ghette sugli stivali… anch’io me lo ricordo… fantastico!
Michele Rinaldi a proposito della Gilera bicilindrica…
“L’ho provata una sola volta, sulla pista di Fermo, avevo l’opzione di poter gareggiare nel campionato italiano con la mia monocilindrica o con la bicilindrica. A noi piloti dicevano che la moto da gara aveva 34 cavalli e quella bicilindrica 39. Ricordo bene quanto fosse potente. Era davvero molto veloce, ma soffriva ancora di problemi di carburazione ed era più pesante da guidare. Gli stessi manager Gilera non erano più così convinti e non aveva senso andarsele a cercare. È stata comunque una soddisfazione aver potuto guidare un pezzo di storia del motocross”.
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