La mia 6 Giorni di enduro come uomo ombra di Tullio Pellegrinelli
di Martino Bianchi
Mi è venuto in mente che tra pochi giorni si svolgerà in Italia la Sei Giorni di enduro. Me ne ero quasi scordato. Eppure la Sei giorni mi è sempre piaciuta. Forse più quelle di una volta ( la mia prima 6 giorni risale all’Elba 1981), ma anche quelle moderne hanno un fascino particolare. Mettete nel vostro calendario 30 Agosto/4 settembre. Mancano solo dieci giorni ad un evento storico per il fuoristrada mondiale e che dopo la mancata edizione del 2020, si svolgerà sui spettacolari itinerari a cavallo tra la bassa Lombardia e il Piemonte. Sede del paddock e degli arrivi/partenze Rivanazzano Terme (PV). E’ la festa dell’enduro non mancate! Ok dopo un po’ di promozione…….. vado al flashback.
Questo appuntamento mi ha fatto ricordare la mia partecipazione alla Sei Giorni di Enduro del 1995 in Polonia a Jelenia Gora come uomo ombra del Tullio Pellegrinelli. Sapete cos’è un uomo ombra per l’enduro? In pratica una sorta di meccanico “viaggiante” che segue il proprio pilota sui tratti di trasferimento accessibili, lo aspetta agli incroci con le strade asfaltate, e all’inizio e alla fine di ogni prova speciale. Chiaramente con una moto identica a quella del suo pilota e con uno zaino che può variare di dimensione a seconda della giornata,della temperatura e delle “paturnie” della moto da gara. Lo zaino può pesare dai 10 Kg in su….
Come dicevo di 6 giorni ne ho viste tante. Ma quelle che ricordo più volentieri sono quelle passate con l’Azza. Si mi riferisco a Fabrizio Azzalin storico direttore sportivo del team Husqvarna enduro ed ora manager e importatore delle moto Sherco per il mercato italiano. Con l’Azza era impossibile non divertirsi. Il suo team è stato sempre il più bello , genuino, simpatico e vincente che abbia mai potuto vivere nel settore off road. L’Azza lo devi accettare com’è. Può sembrare brutale a volte, scorbutico, incazzoso, folle, ma è anche geniale, casinista, divertente. Grande scopritore di talenti. “ se va forte lo vedi dalla faccia “ – mi diceva! Aveva sempre ragione. La faccia, gli occhi del pilota ti devono far sentire la grinta. Azza ha vinto tanto nell’enduro. Essergli vicino durante le trasferte e le sue vittorie mondiali nei miei 20 anni di Husqvarna mi ha dato tanto . Ricordi bellissimi e a volte folli.
Come quella volta che mi disse a pochi giorni dalla 6 giorni del 1995 a Jlenia Gora in Polonia. “ Dai Marti vieni su con i miei meccanici che devono ancora partire. Porta un casco così magari ti dò una moto e puoi girare meglio tra le speciali”- Figo dissi! Avevamo come Husqvarna Arnaldo Nicoli e Tullio Pellegrimelli nella nazionale Italiana del Trofeo . Arno con la 350 4 t e Tullio con il 250 2 T. Arrivai in Hotel la sera antecedente il primo giorno di gara senza sapere nulla di percorsi, prove speciali ecc ecc. Al ristorante dove c’era tutta la nazionale, quando entrai vidi che mi guardavano un po’ tutti sogghignando….Non capivo. Ero seduto vicino a Chicco Muraglia che mi prese in disparte e mi disse: “ ma lo sai che fai l’uomo ombra del Tullio?” Caddi dalle nuvole. Azza come sempre la buttò sul ridere. “ ma si dai domani alle 5 ( di mattina) ne parliamo. Vieni in camera mia che ti do la roba”. La roba era l’abbigliamento replica Tullio Pellegrinelli e lo zaino da 10kg circa con dentro di tutto…. Da portarmi per tutti i 6 gg. Premetto che non sono un gran meccanico. Che alle gare di durata preferisco le smanettate di 20 minuti su un campo da cross. Possibilmente quando non piove. E che l’enduro non è proprio la mia specialità! Ebbene mi capitò una delle 6 giorni più bagnate degli ultimi anni. Freddo, lunghi trasferimenti. Giornate lunghissime. E grande tensione e responsabilità. Per fortuna che il Tullio era super auto sufficiente. Io in pratica non dovevo fare nulla. Solo esserci al momento giusto, passargli le chiavi all’occorrenza , prendergli il marsupio a inizio e fine speciale e poco altro. Non fu una passeggiata…
I momenti più belli erano alla sera a cena con gli altri uomini ombra della nazionale con cui si faceva gruppo. Ma anche al pre partenza e pre arrivo, dove ci si scambiava le opinioni e si faceva il punto della situazione con gli uomini della FMI. Le spedizioni della Federazione Motociclistica Italiana alla Sei Giorni sono uno spettacolo. Gruppi di donne e uomini super affiatati che senza parlare comunicano tra loro con gesti e rituali quasi segnati dal cronometro. Tutto è perfetto. E l’atmosfera che si respira è di pura passione e di tanto sport. Ho avuto la fortuna di far parte di questo gruppo in una 6 Giorni vittoriosa per i nostri colori. L’Italia vinse il Trofeo e Nicoli e il “mio” Tullio contribuirono alla vittoria con i loro secondi posti di classe. Tullio dietro ad uno stellare Stephan Peterhansel. Con l’Azza a fine gara ebbi anche l’onore di premiare un grande dell’enduro Sven Erik Jonsson, vincitore di 4 titoli europei e due mondiali di enduro con Husqvarna. Era la sua ultima Six Days. Forse uno degli ultimi campioni di enduro “old style”.
Andate a Rivanazzano, alla Sei Giorni a tifare Italia!