Settembre = Fast Cross
di Martino Bianchi
In questi giorni dell’anno, ovvero nella prima decade di settembre mi viene in mente sempre il Fast Cross. Quest’anno ancora di più grazie all’impegno profuso da Fabio Tognella nel recuperare i fasti dello spettacolare impianto di Arsago Seprio, che è stato teatro proprio a fine agosto di una prova del campionato italiano E-MTB su un ri-”spolverato” crossodromo varesino.
Sarà per il meteo di questi giorni che mi ricorda molto quello che teneva tutti gli appassionati del nostro sport sulle spine fino all’ultimo momento, per non parlare di Giorgio Saporiti, deus ex machina del Fast Cross. Sembrava sempre che dovesse piovere in quelle prime domeniche di Settembre, soprattutto al mattino e invece lo spettacolo si è sempre disputato all’asciutto . Quell’umido giusto per l’evento “motocrossisticamente” parlando delle grandi occasioni. Unico nel suo genere. L’eclettico e geniale Saporiti si era anche inventato di coprire la pista con dei teloni bianchi, proprio come viene fatto negli stati di calcio e a Wimbledon in caso di pioggia. Per scongiurare il fango aveva coperto quasi tutto il tracciato con uno sforzo sovrumano da parte di tutta la grandiosa macchina organizzatrice di quel memorabile show. Ma non fu solo quella l’innovazione che portò Saporiti nel motocross. Lui aveva capito sin da subito che bisognava dare una svolta. Ci volevano meno tempi morti, più velocità (fast) e manche brevi . E più partenze, introducendo addirittura la doppia partenza. E poi lo scontro a due, o il giro lanciato più veloce. Indimenticabile il fast Cross!
Saporiti sin dalla prima edizione , che non si svolse in settembre ma bensì a luglio, capii dell’importanza di avere dalla sua parte i giornalisti oltre che i piloti con cui aveva ottimi rapporti personali soprattutto con quelli d’oltreoceano. Li coccolò sin dal primo momento, dalla presentazione al ristorante La Maggiolina di Besnate. C’erano tutti, la stampa locale, i quotidiani più blasonati e chiaramente i giornalisti di settore. Tutti viziati dall’anfitrione Giorgio, con le sue lotterie e i giochi a premi dove il più sfortunato vinceva una bellissima poltrona “made in Saporiti”. Lui era un passo avanti a tutti. La pubblicità e la comunicazione erano il suo forte.
Il grande cartellone sull’autostrada più affollata d’Italia che promuoveva il Fast Cross, posizionato all’interno della sua azienda era in bella mostra già da tre mesi prima dell’evento. Per non parlare degli adesivi sui caselli autostradali della Milano/Varese. Impossibile non catturare l’attenzione anche dei non appassionati di moto. Chissà quanti lettori di Motocross o amanti del nostro sport si siano avvicinati alle ruote artigliate proprio dopo essere rimasti abbagliati dallo spettacolo offerto da un Fast Cross. Dopo l’evento inaugurale dell’84 al quale parteciparono “solo” una trentina di piloti italiani, tra cui anche Rinaldi , che era in lotta per il mondiale 125 poi vinto…….( mi chiedo come è possibile che le Case accettino che alcuni piloti di primo piano diano forfait al Motocross delle Nazioni quest’anno solo perché si svolge prima della fine del mondiale…..per me è inconcepibile!ndr ma ne parlerò prima di Mantova…), Saporiti fece anche un libro fotografico tradotto in tre lingue, redatto da Ennio Camisasca e con foto di Carlo Fantini.
Nel libro c’è anche una foto che mi ritrae in azione sopra una un cumolo di gomme gialle, delimitazioni tipiche dell’impianto varesino. Quel libro Michele Rinaldi me lo autografò con: “a un pilota mancato con simpatia “. Michele poi mi fece un’altra dedica per la foto da copertina ( pubblicata su Giugno 85) che gli scattai nel mondiale 250 dell’anno seguente , sempre ad Arsago Seprio e sempre stando in piedi su quelle gomme gialle. Un attimo e un gesto eccezionale, con Michele che si esibisce alla prima curva dopo la partenza in un controsterzo al limite del controllo con entrambi i piedi sulle pedane. Quante foto su quel tracciato! Quanti ricordi indelebili. Gli americani, i salti impossibili che poi diventavano possibili giro dopo giro, il pubblico, la sala stampa, la presentazioni dei piloti sulle Jeep, il paddock preso d’assalto, le voci degli speaker Giulio Gori e Giovanni Di Pillo, le tribune strapiene, la zona della pista con la sabbia riportata, la grande terrazza stile F1 per le premiazioni. Niente è stato più eclatante ed innovativo nel nostro sport del Fast Cross.
Complimenti a chi , con grande coraggio e passione, ha voluto anche solo ricordarlo e fargli onore ripulendo il tracciato dopo tanti anni di inattività riportando in luce un evento che ancora dopo tanti anni brilla di luce propria.