The BIG lie
di Fabio de Lorenzo
Pandemia, sicurezza, sabbia, fondi compatti, fango, piste sconosciute, preparazione dei tracciati… Non credo di aver dimenticato niente; ho elencate tutte le motivazioni che, un anno dopo l’altro, hanno giustificato la mancata partecipazione al MXoN degli eredi del defunto ma vincente squadrone americano. Così, mentre chi ha fatto la storia si ritrova in occasione del 40° anniversario della prima sensazionale vittoria, la sgangherata combriccola di Captain America sta sorseggiando Margarita con i piedi nell’acqua in qualche isola tropicale. In fondo l’attesa è lunga, bisogna arrivare fino a gennaio e la routine dei test è sempre la solita. La verità è però un’altra e si chiama terrore di fare l’ennesima pessima figura tornando a casa senza l’ambitissimo Trofeo Chamberlain. Di fronte all’eventualità di un’altra disfatta certa è sicuramente meglio rilanciare, scegliendo una tra le innumerevoli motivazioni inventate negli ultimi anni. Chi scrive si è innamorato di questo sport consumando le videocassette dedicate a quel mondo, ascoltando Giò Di Pillo urlare nelle telecronache notturne e andando in pellegrinaggio nella terra promessa (California) nel 1991 solo per toccare con mano il suo sogno. Ed è proprio per questi motivi che mi risulta difficilissimo capire come sia stato possibile al perfetto sistema statunitense toccare un punto così basso. Il problema è che questo mio disagio lo stanno accusando anche le leggende yankee.
Nell’anniversario della prima storica affermazione della scuola americana, datata settembre 1981, i protagonisti di quella impresa si sono ritrovati per celebrare la ricorrenza. L’intera squadra Honda composta da Danny LaPorte, Johnny O’Mara, Donnie Hansen e Chuck Sun, nonché i leader Roger De Coster e Dave Arnold, hanno raccontato i loro ricordi del leggendario evento alla stampa e persino ricreato la copertina commemorativa di Cycle News del 23 settembre 1981.
Honda America ha ovviamente evidenziato questa ricorrenza con le seguenti parole:
“Mentre i piloti americani non sono in grado di prendere parte al Motocross delle Nazioni della prossima settimana, un gruppo di media e fan hanno avuto l’opportunità di celebrare il 40esimo anniversario della prima vittoria del Team USA all’evento, nel settembre del 1981.”
I malumori per il comportamento delle nuove generazioni di piloti che hanno raccolto il testimone del periodo d’oro degli States, stanno iniziando ad emergere con sempre più insistenza anche tra gli addetti ai lavori che, giustamente, non comprendono la mancanza di orgoglio dei loro rappresentanti. A loro parziale discolpa è però corretto evidenziare che gli attuali protagonisti del mondialcross hanno raggiunto un livello di competitività elevatissimo, ben difficilmente arginabile in uno scontro diretto come il Nazioni. Utilizzando i soliti parametri è altresì corretto sottolineare che tutta la scuola europea non si è mai sottratta a confronti a tratti umilianti nello stralcio temporale che li ha visti dominare senza sosta dal 1981 al 1993 e dal 2005 al 2011. Domenica prossima a Mantova andrà in scena l’appuntamento annuale più importante del nostro mondo che sarà comunque una festa anche senza il Team Usa. Noi ci saremo e sventoleremo con orgoglio il Tricolore con la speranza di poter vedere in azione ancora una volta Tony Cairoli.
(Image honda_racing_us; garyhatesstuff)