Honda CRF 150 nascita e fine di un progetto
di Martino Bianchi
Seguo ormai da un paio d’anni il minicross e l’attività junior in generale anche per quanto riguarda le mode del mercato. Il gruppo austriaco KTM con Husqvarna e Gas Gas la fa da padrone, molto più distante in termini di vendite e di risultati Yamaha che rincorre a fatica, mentre Fantic si sta affacciando con grandi sforzi nella classe 125, anche se fino ad ora poche sono le moto circolanti. Il minicross è ancora un “affare” riservato ai due tempi… Ma non sempre è stato così!
Facebook mi ricorda che nel settembre 2017 Andrea Adamo, che ho seguito personalmente fino al Loretta Lynn (agosto 2018), vinse ad Assen il campionato monomarca che Honda aveva istituito per promuovere il suo modello CRF 150. Adamo vinse il suo primo trofeo “europeo” proprio nello stesso giorno del nono titolo mondiale di un altro pilota siciliano, un po’ più famoso, Tony Cairoli sulla sabbiosa pista olandese. Quella fu l’ultima edizione del Trofeo Honda 150 e forse anche il canto del cigno per una moto che sulla carta poteva avere i numeri per essere vincente nel minicross, non solo in pista ma anche nelle vendite, e che invece a dieci anni dal suo lancio sul mercato (2007) tramontò definitivamente. Non fraintendetemi, la CRF Honda 150 è ancora a listino, costa anche meno di una Husqvarna 85, ma nessuno la acquista più per correre nel minicross. Va invece a ruba tra gli appassionati delle minimoto da motard o per utilizzare i motori nelle varie categorie su pista .
Nel cross no! Honda non ci ha creduto abbastanza. Eppure il progetto era davvero interessante per una Casa che ha definitivamente detto addio allo sviluppo dei motori a due tempi. Il 150, soprattutto sui terreni duri e veloci, era una bomba. E poi per i giovani piloti amatoriali non aveva costi di manutenzione improponibili come invece hanno sostenuto i suoi detrattori. Sì perché contro il modello CRF 150 si sono schierati un po’ tutti i costruttori di due tempi riuscendo addirittura a bandire la partecipazione della 150 nel campionato europeo insieme alle 85.
Praticamente chi avesse voluto acquistare una 150 poteva correre solo su territorio nazionale e dove era consentito, visto che alcune nazioni seguivano le normative della FIM e bandivano la CRF 150 nei propri campionati. Incredibile! Dico questo perché secondo me se vengono fatti dei regolamenti, come erano stati istituiti dalla FIM nel lontano 2005 e concordati da tutte le Case, non è ammissibile che col senno di poi vengano ritrattati dopo che una Casa produttrice abbia fatto importanti investimenti per sviluppare un nuovo modello. Nel 2017 Adamo vinse, grazie anche al supporto di un team come quello di Pardi, anche il campionato italiano minicross 85, insieme alle due tempi, proprio in sella alla CRF150. Per noi fu una grandissima soddisfazione, a dimostrazione che il progetto era veramente valido. Purtroppo da lì cominciò l’agonia del 150. Honda non fece più sviluppo sulla moto (è sempre stata a carburatore mentre tutte le altre sorelle più grandi, la 250 e la 450, sono diventate a iniezione) limitandosi a cambiare solo le grafiche anno dopo anno.
Da allora non ne vedo circolare più una sulle piste di minicross. Sparita. E stiamo parlando di Honda. Incredibile come a volte gli interessi delle Case riescano a bloccare progetti interessanti che invece avrebbero potuto seguire il proprio corso. Il successo di un modello deve essere decretato dal consumatore e non da (nuovi) regolamenti sportivi che gli spezzano le ali proprio mentre il progetto sta decollando.
Povero CRF 150…….