Sbornia da Nazioni
di Fabio de Lorenzo
Il prezzo pagato per aver riportato a casa il Trofeo Chamberlain è corretto; lo sapevano tutti, compreso chi si è schierato dietro il cancello di Mantova. Il mezzo miracolo che ha permesso a Tony di incassare l’ultimo jackpot che mancava alla sua carriera, non si è ripetuto. Al Nazioni pochissima concorrenza qualificata, una partenza perfetta ed una buona dose di antidolorifici, gli hanno permesso di conquistare il secondo posto nella terza frazione. Nonostante la gioia per la vittoria dei nostri splendidi ragazzi, la verità era però racchiusa in due punti focali che, giustamente, sono sfuggiti nell’ebrezza del momento. Il miglior punteggio individuale della nostra squadra è arrivato dal rookie Mattia Guadagnini, ed il vero potenziale di Tony lo abbiamo visto nella prima sfida quando, dopo essere stato abbattuto da quella mina vagante di Coldenhoff, non è stato in grado di arginare il dolore derivante dalla terribile caduta della settimana precedente, ed ha concluso lontanissimo dal gruppo di testa. Cerchiamo però di capirci, Tony è un atleta immenso! Non esistono più aggettivi per descrivere il valore di un uomo che ha riscritto i limiti nel nostro sport. Desiderava fortissimo raggiungere l’ennesimo traguardo ed ha gettato il cuore oltre l’ostacolo non valutando attentamente quali sarebbero state le conseguenze.
Per sua stessa ammissione è sopravvissuto al week end del Nazioni ma, non aver dato al suo corpo il necessario tempo di recupero, lo ha catapultato nella condizione di manifesta inferiorità sfociata nella prestazione ben al di sotto delle aspettative offerta in Germania. Il danno è comunque limitato visto che le possibilità di combattere per il decimo (meritatissimo) titolo iridato, si erano vaporizzate dopo la terribile caduta avvenuta in Sardegna. Dispiace anche per Mattia ed il Lupo che fino alla tappa tedesca, stavano tenendo un ruolino di marcia a dire poco encomiabile.
Niente è perduto soprattutto perché entrambi hanno ancora la possibilità di andare oltre l’obiettivo che si erano prefissati ad inizio stagione. E’ però impossibile non evidenziare che la collocazione temporale del Nazioni, fortemente caldeggiata dal fronte americano, sia stata imposta dalla necessità di dover far svolgere la manifestazione entro la fine di settembre per favorire la presenza del Dream Team che poi non si è palesato… Alla luce di quanto è accaduto ai volenterosi che hanno partecipato, ai top riders europei che hanno declinato l’invito in via conservativa e anche per il blasone di una manifestazione che ne è uscita comunque sminuita, sarebbe stato corretto non cercare di attirare la squadra americana con una inutile piaggeria. E visto che l’esperienza non insegna mai niente, il prossimo anno il MXoN tornerà nella terra dello Zio Sam. I motivi? Esprimo un parere personale ma ritengo che la non belligeranza iniziata ormai da qualche anno tra promoter, abbia imposto una transazione per cercare di far ripartire un sistema ormai bloccato da tempo.
(Image KTM)