Ecco cosa ho visto
di Fabio de Lorenzo
Sono appena tornato da Madrid ed ho pensato a lungo al week end trascorso sul tracciato spagnolo di Arroyomolinos. È stato bello, molto. Sicuro degli insulti che già mi staranno piovendo addosso, vi spiego perché, nonostante un tracciato che aveva veramente poco a che fare con il motocross tradizionale, questi eventi sono e saranno sempre più necessari al nostro sport. Il primo dato incontrovertibile è stato il pubblico e soprattutto l’età media dei presenti. Giovani, giovanissimi e tanti i bambini sugli spalti che hanno trasformato un GP in una festa dello sport. Ormai “anestetizzato” da una lunga frequentazione che ha spento da tempo l’emotività, mi sono ritrovato coinvolto dalla passione che ha inondato questo evento. Erano anni che non mi succedeva e non credo che sia stata una trance indotta da qualche particolare aneddoto sportivo. Se analizzo quanto è successo in pista si scade immediatamente nell’ordinario da sufficienza risicata, valutazione certamente derivante da un layout votato allo spettacolo circense. In netta controtendenza il giudizio su ciò che ha prodotto il posizionamento del tracciato e le tanto vituperate facilities odiate dai puristi del nostro sport. Ragazzi io non so più come spiegarlo ma se non riusciamo a portare numeri concreti che possono dare un senso agli investimenti di chi mette mano al portafoglio, in un futuro molto prossimo non dovrete più preoccuparvi della questione. Li chiamo rumors ma non lo sono, ma già dal prossimo anno con il ridimensionamento finanziario del munifico gruppo austriaco, spariranno squadre storiche…meccanici già licenziati e via discorrendo sulla linea della tragedia. Serve linfa nuova all’ambiente che deve necessariamente arrivare dagli appassionati che comprano moto, ricambi o che semplicemente trascorrono un pomeriggio comodamente (forse) seduti sugli spalti montati ai fianchi di un tracciato costruito a cinquanta metri dal parcheggio di un centro commerciale come quello di Intu Xanadù.
Ormai abbiamo compreso che la copertura televisiva è una utopia che non raggiungeremo mai e non certo per mancanza di volontà del promoter che in passato ha offerto gratis il palinsesto con la sola contropartita, mai accettata, della diffusione in diretta. Giusto per comprendere meglio vi ricordo che la diretta del Nazioni di Franciacorta produsse numeri talmente imbarazzanti (deficitari) che chi si prese la responsabilità di inserire nel palinsesto televisivo l’evento, riferì sconsolato che i cartoni animati durante le pause delle manches, avevano fatto più audiences. Dunque, cosa resta per sostenere il nostro sport?
Gli appassionati, possibilmente, anzi no, tassativamente giovani ovvero in grado di alimentare un circolo economico che attualmente è asfittico. Se continuiamo con il mantra che “il motocross è un’altra cosa” tra poco ci divertiremo a ricordare quanto era bello il nostro sport. Vi lascio con una provocazione che forse è un flashback. L’unico appunto mai fatto alla gestione Dorna è stato inerente all’introduzione della manche unica a beneficio di un format adeguato per i palinsesti televisivi. Bene sapete quando ha iniziato a defluire in modo graduale il pubblico dalle gradinate di Arroyomolinos? Alla fine della prima manche della MXGP 😉
Come al solito fatemi sapere la vostra opinione che leggerò con piacere.
(Image KTM)