43 giorni all’alba
di Fabio de Lorenzo
Archiviato da qualche giorno il mondialcross, sono già proiettato nel mood da saturday night fever! Negli States le ferie sono finite da tempo e i piloti sono alla fase finale del training con segnata in neretto sul calendario la data dell 8 gennaio. Tutti, me compreso, stiamo ignorando le recenti notizie alla ricerca della normalità che nel caso specifico si chiama Anaheim. Le aspettative sono altissime, alimentate dai numerosi cambi di casacca che sono avvenuti negli ultimi mesi. Sul fronte “austriaco” qualcosa si è interrotto nel granitico sistema che ha permesso alla brigata arancione-bianco-rosso di dominare la scena per molto tempo. I risultati acquisiti fino ad oggi non sono discutibili ma le sempre più numerose defezioni di piloti bolliti dal sistema Baker, probabilmente indurrà il management alla ricerca di strade alternative. Nella classe 450 cambio di allenatore e aiuti romani nel set up, per il campione in carica Webb. Coop è l’uomo forse più schivo tra le star americane ma la sua altissima propensione a non mollare mai la presa, associata alle sue qualità, lo colloca ancora una volta nel ruolo di favorito. La scorsa estate ha impiegato mesi per trovare una messa a punto decente ma all’interno di uno stadio la musica sarà diversa. Eli Tomac, al debutto in Blu, sarà l’osservato speciale di questo primo scorcio di stagione. Ormai prossimo ai trenta anni, età in cui molti suoi connazionali hanno mollato il colpo, probabilmente appagato dalla conquista dell’unico titolo che mancava al suo palmares (SX 450), resta di difficile comprensione quale motivazione lo abbia portato a lasciare la sua squadra per salire in sella alla moto di più difficile comprensione negli angusti spazi di uno stadio. Ultimi sprazzi anche per Ken Roczen, sempre velocissimo ma mai abbastanza concreto per conquistare quella Tabella con il numero 1. Le motivazioni sempre le stesse ed ogni anno che passa, nonostante gli innegabili step, le possibilità di combattere al vertice si infrangono con la data di nascita e con le menomazioni fisiche.
Chiusa la disamina sui tre uomini che hanno caratterizzato le ultime stagioni si apre lo scenario sul “resto” della compagine. Ai soliti noti, sui quali trovo poco interessante approfondire, credo che l’unica vera novità vesta il tricolore francese. Dylan Ferrandis è l’uomo dei miracoli dopo quanto mostrato nella lunga estate americana. Al secondo anno sulla big bike, conscio della superiorità mostrata e forse capace di domare in spazi stretti la poco propensa Yamaha, potrebbe stupire. Per concludere un passaggio veloce, ma dovuto, sul campione 2018 Jason Anderson al rientro dopo un lunghissimo periodo di stop per infortunio. Cambio di squadra e preparatore anche per lui che debutterà in sella alla Kawasaki ufficiale al fianco del mai sbocciato Adam Cianciarulo. Commento? Pur riconoscendo che i titoli non si vincono mai per demeriti altrui, ritengo che Jason abbia avuto la fortuna di far coincidere il periodo del suo massimo splendore nello stralcio temporale dove tutti gli altri protagonisti hanno avuto problemi. Forse mi sbaglierò ma in sella ad una moto con il telaio in alluminio e senza nessuno che lo posso indirizzare, difficilmente potrà competere per il bersaglio grosso. Se avete voglia, fatemi sapere chi sono vostri favoriti 😉 A martedì prossimo!
(Image Supercrosslive)