Che ne sarà dell’azzurro?
di Massimo Bonardi
Ventiventuno, annus horribilis per il movimento motociclistico italiano; lasciano il mondiale il Valentino Rossi delle piste asfaltate e l’Antonio Cairoli delle piste in terra. Diciotto mondiali in due, carisma, carattere, volontà di ferro che li ha portati a competere praticamente alla pari con i loro giovani avversari, ad età impensabili (prima che lo facessero loro) nelle rispettive discipline. Contestualmente al loro abbandono alle serie iridate – più drastico sicuramente quello di Rossi che passerà alle quattro ruote – i tifosi dovranno giocoforza reagire all’abitudine, anzi, quasi alle crisi di astinenza provocate dall’assenza di questi due campioni immensi che, per lustri, con la loro presenza costante ai massimi livelli, catalizzavano attenzioni e consensi.
Rimanendo nel nostro ambito, quant’è ancora più doloroso pensare ad un Cairoli “hobbista” del motocross, che ride sotto il casco a Parigi, nel vedere che in una specialità che NON è la sua, solo un Musquin a caso, con anni di esperienza nel supercross americano ai massimi livelli, è stato l’unico a riuscire a battere il nostro sul giro secco, per una manciata di decimi di secondo che non riempiono una mano?
Ecco. Cosa aspettarsi da chi deve raccogliere il testimone da un monarca di tale autorevolezza, per tenere alto l’onore del motocross italiano?
Nella MXGP, Lupino, Monticelli, Forato e Lapucci..
Alessandro “Lupo” Lupino; in tasca ha un mondiale a squadre e si presenta dopo un campionato 2021 che lo ha visto terminare decimo, dietro solo a campioni e vicecampioni del mondo. Probabilmente il nostro rappresentante più consistente nella costanza dei risultati, ma che ha nella sabbia il suo tallone di Achille, salvo quando trova inaspettate motivazioni “nazionaliste”.
Ivo Monticelli; sul giro secco quasi sicuramente la nostra freccia più appuntita. Deve rientrare dall’infortunio e pace con una Kawasaki che perdona poco e punisce tanto (Febvre conferma), con la quale il nostro ha preso dei rischi incredibili prima di essere obbligato allo stop.
Alberto Forato…eh…Ovviamente impensabile che potesse rimanere in MX2, subito alle prime uscite in 450 aveva fatto vedere cose egregie e da lui, con la sua giovane età, ci si potrebbero aspettare crescita e miglioramenti esponenziali, salvo trovi un preparatore – e la volontà – di gestire una stazza fisica che attualmente lo penalizza.
Nicholas Lapucci…un mistero tutto da scoprire!! Il neo detentore del titolo continentale più importante – dominato – su una performante due tempi, salta direttamente nella MXGP con una Yamaha ri-plasticata. E qui francamente mi stupisce la Fantic che a mio parere ha mancato un po’ di guasconeria e sana presunzione. Azienda brillante, guidata da un pool di imprenditori altrettanto brillanti che – tra l’altro – hanno riportato in mani italiane la Motori Minarelli e che hanno tra le loro file “l’imperatore” dei motori 2T, quell’ingegner Jan Witteveen che sarebbe capace di far volare un Ciao. Un potenziale enorme e una enorme possibilità, ovvero quella di prendere un pilota ovviamente a suo agio con quella configurazione di propulsore e tentare, chessò, con un 390 o un 400 cc 2T magari ad iniezione, con 50 – 55 cavalli, perché no con qualche diavoleria elettronica, di diventare il riferimento mondiale dei tantissimi appassionati dei puzzoni a miscela. D’altronde in un nanosecondo, hanno presentato all’EICMA il nuovo motore Minarelli 300 cc iniezione da enduro. Peccato, a mio parere avevano il cavallo giusto per fare belle cose.
La MX2…Guadagnini, e poi?
Inutile girarci intorno; attualmente Mattia – per età e prestazioni – rappresenta la vera e più consistente opportunità di portare i colori nazionali ai vertici della disciplina. Ha approcciato il campionato 2021 da Rookie di altissimo livello, probabilmente con la giusta mentalità, quella di scoprire e studiare le potenzialità dei suoi avversari, salvo poi trovarsi grazie alle sue qualità, a giocarsi le posizioni di testa con un fisiologico calo di prestazioni sul finale del campionato, chiuso comunque con un mondiale a squadre sul comodino e la leadership della classifica esordienti. Troppo alte le aspettative riposte in lui? Non credo. Certo che se Vialle fosse salito di categoria…non avrebbe guastato, ma la stagione passata ha dimostrato che il campionato è lungo, difficile e non ammette errori qualunque sia il livello del pilota.
Adamo e Facchetti? Diciamocelo e non me ne voglia Facchetti…più il primo del secondo, anche se per velocità pura Gianluca “sembra” più “esplosivo”….è la capacità di gestire lo scoppio che gli manca… Il divario prestazionale tar loro e Mattia, rimane comunque molto elevato.
Quindi l’azzurro? Bisognerà, per far sì che non sbiadisca troppo, che si faccia sentire a chi è rimasto tutto il sostegno dei tifosi, perché il compito di riempire il vuoto di chi ha lasciato, richiederà uno sforzo davvero titanico.
(Image Eicma)