È tempo di Dakar
di Martino Bianchi
Sabato partirà da Jeddah in Arabia Saudita la Dakar. Devo dire che mi manca. Seguo quotidianamente sui social tutti i preparativi delle squadre ufficiali, ma anche di quei tanti piloti privati che si accingono a partecipare alla gara che hanno sognato per tutto l’anno, alcuni di loro per tutta la vita. Sono curioso. L’Arabia Saudita mi affascina. Ho cercato di andarci fino all’ultimo anche quest’anno……ma anche stavolta la seguirò da casa. Tanti gli argomenti interessanti in questa edizione del rally che seppur non più avventuroso come un tempo, offre sfide sempre molto avvincenti sia dal puro punto di vista agonistico ma anche da quello dello sviluppo tecnico delle moto. Saranno sempre il gruppo KTM e Honda le due sfidanti principali, con gli austriaci rafforzati da una importante campagna acquisti che ha portato a sottrarre a Honda il vincitore della Dakar 2021, Kevin Benavides. KTM ha fame di rivincita dopo aver perso le ultime due edizioni a favore della Casa alata. Ben sette saranno gli alfieri del gruppo K, con appunto Benavides, Price e Walkner vestiti d’arancio, Skyler Howes, Luciano Benavides di bianco Husqvarna, Sam Sunderland e Daniel Sanders sulle rosse Gas Gas. E in più il rientro di un supervisor come Marc Coma a fare le veci “nascoste” di team manager con qualche anno alle spalle di esperienza sia come pilota (5 vittorie) che come organizzatore del Rally. HRC si è “accontentata” di rimpiazzare l’argentino campione uscente con un altro pilota sudamericano, Pablo Quintanilla, cileno come il suo compagno squadra Nacho Cornejo. Completa il quartetto Honda, il fortissimo Ricky Brabec, vincitore nell’edizione 2020 e Joan Barreda, che malgrado sia il pilota con più vittorie di stage ancora in attività, non è mai salito sul podio alla Dakar nelle sue 12 partecipazioni. KTM ha come punto di domanda una moto completamente rinnovata e che nelle sue apparizioni autunnali in Marocco e ad Abu Dhabi non è sembrata al top della messa a punto. Honda invece da un paio d’anni è il punto di riferimento e non soffre più dei problemi di gioventù che l’hanno rallentata nelle edizioni in sud America. Ecco cosa manca alla nuova Dakar Araba, la varietà dei terreni, delle diverse altimetrie, del caldo e del freddo. Manca la varietà in generale. Anche di paesaggio. Quello lo si nota dai fantastici filmati che ci arriveranno ogni giorno purtroppo solo da Eurosport che trasmetterà alle 23 dall’1 al 14 gennaio 30 minuti di riassunto di tappa. Peccato, una gara così avvincente meriterebbe molto di più, televisivamente parlando soprattutto in un periodo come questo dove si parla poco di motori e le giornate corte ci chiudono in casa a sognare la moto e avventure da programmare. Le altre Case dovranno inseguire, a mio parere. Mi riferisco a Yamaha, Sherco e Hero. Budget diversi a loro disposizione rispetto a quello che mettono sul piatto KTM e Honda. Mi auguro di no, ma credo che da parte loro e dei loro piloti vedremo solo qualche sporadico assolo. Altra novità importante è che la Dakar, per la prima volta nella storia dei rally, entra a far parte del campionato del mondo World Rally Raid, il cui promotore è lo stesso organizzatore della maratona araba, i francesi della ASO. 5 le gare in programma nel 2022, oltre la Dakar, Abu Dhabi, Kazakistan, Andalucia in Spagna, e Marocco. Il mondo dei rally si sta riorganizzando e potrebbe aprirsi anche a nuove sfide.
Mi riferisco all’interesse e al fermento attorno alle moto “Tout Terrain” bicilindriche che abbiamo visto in questo ultimo semestre dell’anno che sta per concludersi. E ritrovo nel mio archivio una campagna pubblicitaria che insieme all’allora agenzia Pirella Gottsche Lowe, nel 1994, dopo la vittoria di Edi Orioli nella Parigi-Dakar-Parigi, lanciammo per promuovere la Cagiva Elefant 750/900. Edi vinse con un modello derivata da una moto di serie. Bicilindrico. Credo che gli organizzatori ci stiano già pensando…. e probabilmente anche tanti direttori marketing del nostro settore. Aprire la Dakar ai bicilindrici…. l’importante è creare sogni! Non sarà l’avventura che sognò Thierry Sabine per i partecipanti delle prime edizioni della “vera” Parigi – Dakar, ma in ogni caso sarà una sfida col destino. Un progetto importante. Il Rally dei Rally. Che ti entra dentro. Buon 2022! E buoni sogni.