Ritorno alla “normalità”
di Fabio de Lorenzo
La domanda è semplice, siete pronti a tornare al vecchio ed infinito format della MXGP? Ancora poche ore e, dopo una offseason estremamente breve, i ragazzi del mondiale torneranno in pista a Matterley Basin. Le grandi classiche prestagionali hanno raccontato molto poco ed hanno entusiasmato ancora meno nonostante i numerosi ed a volte dolorosi cambiamenti che ci ha lasciato in dote la crisi finanziaria degli ultimi due anni. E in un ambiente anossico questa mazzata ha assestato un duro colpo. Team scomparsi, piloti che hanno smesso i panni da ufficiale e sono approdati in squadre di seconda fascia e tanti soldi in meno per tutti.
Probabilmente per noi italiani il 2022 sarà l’anno zero. Personalmente non ho mai compreso chi concede tempi indefiniti, occasioni e fiducia a piloti che hanno avuto numerose ed eccellenti opportunità per emergere. Chi gravita nel mondo del professionismo dovrebbe avere l’onestà intellettuale di aiutare, spronare e comprendere i ragazzi che approdano all’ambito boccascena. Ma soprattutto gli addetti ai lavori dovrebbero immediatamente dedicare le loro energie alle nuove leve quando, chi ha avuto precedentemente la possibilità, non è mai andato oltre al minimo sindacabile.
Il nostro anno zero si chiama “dopo Cairoli”
Il bicchiere mezzo vuoto. A tutt’oggi il futuro azzurro è ancora nebuloso e questo rappresenta un enorme problema per il nostro microcosmo. La dedizione, la personalità, l’infinito amore per lo sport oltre al carattere riservato ed a tratti spigoloso del campione, mancheranno soprattutto a metà stagione quando difficilmente qualcuno sarà in grado di emulare la sua carica agonistica ed i suoi risultati che hanno tenuto focalizzata l’attenzione dei fanper un lunghissimo periodo.
Il bicchiere mezzo pieno. Abbiamo poche ma solide certezze che ci strappano un sorriso. Al primo posto la granitica opera della Federazione, innescata dal cambio di passo avvenuto dall’avvento dell’appassionato Presidente Copioli, che ci consegna un movimento di base capace di sfornare talenti a cadenza annuale. A seguire una non folta rappresentanza di ottimi piloti già affermati che hanno sulla carta tutto quello che gli necessita per tornare a far sognare forte gli appassionati.
Sarà sufficiente per ricreare quell’alchimia e per far emozionare gli appassionati? Non ho la risposta ma per nell’immediato, per il bene dello sport, sarei già soddisfatto di vedere in pista, oltre alla superstite moto rossa, una verde ed una arancione.
(Image MXGP – KTM)