Underdog
di Fabio de Lorenzo
Hanno cambiato tutto e soprattutto si sono lasciati alle spalle molte certezze per un futuro totalmente da riscrivere. Eppure, Eli Tomac e Jason Anderson hanno vinto la loro scommessa. In sette gare sono saliti sul gradino più alto del podio rispettivamente due e tre volte, imponendo costanza e velocità al resto della compagine. Vicinissimi al giro di boa del campionato hanno in dote quasi una gara di vantaggio sul migliore inseguitore, Malcolm Stewart, altro ragazzo che ha cambiato tutto…
Inaspettati entrambi ma Tomac veramente sorprendente. Ha preso per mano la squadra Yamaha andando controcorrente con richieste tecniche e allenamenti collettivi dai quali era sempre fuggito. Il dato statistico più preoccupante per gli avversari è rappresentato dalla collocazione temporale della sua supremazia. Mai, nemmeno nelle stagioni buone, aveva preso il comando della classifica nelle prime gare. Ha l’intelligenza, l’esperienza e finalmente ciò che ha sempre desiderato dalla sua moto, per candidarsi da protagonista allo scettro. Anderson ha stupito; dopo molte stagioni in sella al più maneggevole telaio in acciaio, ha impiegato meno di un inverno per domare la rigidità dell’alluminio, sfruttando alla perfezione le peculiarità della verdona. Da sparring partner del sempre infortunato Cianciarulo, a prima guida con aspirazioni da campione.
Intanto gli avversari “pericolosi” sono evaporati sommersi da problemi tecnici troppo grandi da affrontare, quando in un secondo sono racchiusi i tempi dei migliori dieci. Il podio di Webb e Musquin ha fatto morale ma la chiave di lettura prestazionale della coppia KTM, è palesemente evidenziata dalle cadute di Sexton e Stewart che hanno permesso loro di salire quei gradini. Peccato, soprattutto per Chase, che ha dimostrato tutto il suo valore con la vittoria ottenuta nella notte di San Diego. L’errore di Minneapolis, avvenuto a due giri dal termine mentre guidava il gruppo, non lo ha solo privato di una affermazione certa ma lo ha soprattutto posto nella condizione di dover correre il resto della stagione sempre in attacco, in attesa di un errore di Tomac o Anderson.
E poi c’è l’enigma Roczen. Impossibile decifrare senza una conoscenza approfondita, cosa sia successo a Ken. Lo Stewart famoso l’ha sparato grossa definendolo un pilota bollito da sesto, settimo posto finale. Io non ho l’autorità e l’esperienza di James ma continuo a non comprendere chi sia Roczen. È il pilota che ha vinto e convinto ad Anaheim 1 oppure è la controfigura che abbiamo visto sabato notte, incapace di sorpassare i doppiati sulle whoops?
(Image HRC – KTM – Kawasaki – Yamaha)