Xanadú 222 volte
di Fabio de Lorenzo
Quest’anno non ci sarò ad Arroyomolinos. Pure non avendo un grande trasporto emotivo per il campionato del mondo edizione 2022, sono dispiaciuto perché lo spettacolo offerto dal caldissimo pubblico spagnolo, vale da solo lo sbattimento della trasferta. Proviamo a scrivere qualche numero reale e non quelli farlocchi delle varie organizzazioni. Il tracciato è disegnato a fianco di un centro commerciale enorme che conta 222 negozi, innumerevoli ristoranti, 15 sale cinema ed una pista da sci… Logistica perfetta servita dall’autostrada per chi proviene da Madrid e sosta nel parcheggio dello shopping center. Enormi tribune montate ad anfiteatro, permettono una visuale quasi perfetta. Tracciato completamente artificiale anche se gestito al meglio sfruttando i dislivelli delle colline. Il risultato di quanto sopra fa dell’appuntamento spagnolo uno dei più remunerativi al botteghino, con circa 10.000 presenze. Sono quasi certo che anche in questa occasione, il pubblico sarà numerosissimo nonostante un parterre di partecipanti ridotto ai minimi termini ed un esito quasi scontato nella classe regina. E allora dove è che si scava la voragine tra le 1000 presenze scarse degli appuntamenti italiani e l’overbooking di quello iberico? Vi incollo un link.
A volte mi pare di vivere un incubo quando non riesco a trovare una sola spiegazione plausibile all’immutabile staticità del sistema che governa il nostro sport. Quattro GP in Italia nelle più variegate piste, con problemi enormi derivanti dalla mancanza di piloti, pubblico, interesse e nessuno che fa promozione! Forse sarò stato distratto ma voi avete visto qualche messaggio promozionale o magari qualche cartellone che pubblicizzava gli eventi? In Italia non solo abbiamo il promoter che si occupa dell’evento, al suo fianco insiste anche un’altra organizzazione. Risultati? E allora non riesco a comprendere perché a fronte di fee pesantissime a carico di chi ospita un evento mondiale, non deve essere corrisposta l’azione di un’organizzazione atta a promuovere l’evento. Così operando si dà invece l’errata impressione di scegliere luoghi, date e motoclub in base alla loro disponibilità economica.
Come se non fosse sufficiente quanto esposto, il mondialcross sta vivendo il suo annus horribilis. Una serie sfortunata di eventi, leggasi infortuni, si è sommata ad una visione miope che sta annichilendo l’interesse verso quella che era la massima espressione del nostro sport. A volte è necessario non essere allineato all’establishment e raccontare la verità. Venti appuntamenti mondiali non sono gestibili. La qualifica del sabato è anacronistica da tempo. Venti piloti al cancello sono un insulto al nostro sport. L’accesso al cancello è condizionato dalla sola discriminante economica. I Team di prima fascia ed anche i loro piloti, non sono avulsi da responsabilità in quanto coesi con un modo di operare che ha portato all’anossia il sistema. La ridistribuzione di quota parte degli introiti ai Team o ai piloti non è più procrastinabile. Paragonare il nostro universo alle costellazioni MotoGP o Formula 1 è totalmente irrazionale.
Questo fine settimana, come già motivato, sarà probabilmente un successo e questo farà dimenticare per qualche secondo le difficoltà. Intanto nel colpevole silenzio di chi dovrebbe banalmente riportare tutte le notizie, Monster Energy ha spostato una considerevole fetta del suo budget, sull’imminente campionato americano outdoor che per merito dell’arrivo di un nostro connazionale, sta già facendo registrare numeri record. Cercando di avere una visione ottimistica della attuale condizione, credo che il point break sarà dettato dalle case costruttrici, da team manager illuminati e anche dall’industria quando non saranno più disponibili ad investire cifre con molti zeri in un torneo dallo scarso interesse.
Come al solito fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima settimana 😉
(Image MXGP, RacerX, profile J.Prado)