Enduro Mondiale Carpineti; enduro si può!!
di Massimo Bonardi
L’atipica location MXGP indonesiana, orari compresi, lasciava tempo libero per gustose alternative. Per cui, avendo niente meno che la prova del mondiale di enduro a una cinquantina di chilometri da casa, ho pensato bene di andarmi a vedere uno spettacolo che mi mancava da molti anni. Endurista… anzi no… REGOLARISTA di nascita fuoristradistica, motocrossista per evoluzione, acceso nemico dei nemici del nostro sport, mi sono gustato un bel fettucciato di quelli classici e veloci, guardandomi intorno, alla ricerca di ostilità inesistenti verso la manifestazione e chiedendomi il motivo, viste le ripetute condanne alla disciplina . Di classifiche se ne è già parlato in abbondanza, qui voglio analizzare il contesto. Tutti gli appassionati hanno sicuramente memoria del “bailame” che nel settembre del 2021, si era scatenato contro l’organizzazione della massima espressione dell’enduro mondiale, ovvero la Six Days, in occasione della prova italiana dell’oltrepò pavese.
A quella prova, come risaputo dominata dalle squadre azzurre quasi in risposta alle feroci accuse degli ambientalisti, aveva fatto seguito ad appena un mese di distanza, il famigerato “Decreto Ministeriale 28 ottobre 2021”, spietato, inappellabile, che “regionalizzando” ciò che precedentemente era gestito da un codice “nazionale” sulla gestione delle strade sterrate, sembrava sancire la fine di tutto ciò che fuoristrada diportistico / sportivo era (biciclette comprese). Vero che, a fronte delle rimostranze di operatori commerciali e Federazione, il Ministero interessato si era mosso in rassicurazioni e linee morbide, ma la domanda che uno si pone è con che forza e determinazione, un motoclub e un’amministrazione, possono decidere di lanciarsi nell’organizzazione di una prova così prestigiosa…ma allo stesso tempo…con tanta visibilità?
Ecco, con il buon senso, con un’organizzazione perfetta, con la collaborazione di amministrazioni confinanti, Il Moto Club Crostolo – storico – club di enduristi reggiani ed il Comune di Carpineti , sono riusciti nell’impresa.Carpineti, sede della prova, è un paesino di poco meno di 4.000 abitanti dell’appennino reggiano; il comunicato post manifestazione del Comune, con il quale l’amministrazione ringrazia ufficialmente, Moto Club, partecipanti e spettatori, stima in 20.000 le presenze nei tre giorni di gare. Quattro le discriminanti realizzate, Super Test, Enduro test, Cross Test e Extreme test, quasi centottanta partenti, parcheggi comodi, navette che consentivano al pubblico di spostarsi tra una prova e l’altra – quelle più accessibili ovviamente – senza usare mezzi propri.
Piena collaborazione delle forze dell’ordine, nessun problema e provate un po’ ad immaginare che impatto positivo sull’economia locale può avere avuto, quell’afflusso di persone arrivato grazie ad un’iniziativa di questo livello. Forse la cosa più bella in ed in assoluta controtendenza, è stato l’invito inserito nella comunicazione del Comune, a “tornare” in quei posti, anche in moto, per gustarsi ciò che il luogo può offrire con calma, per turismo, senza “l’assillo del cronometro”. Mi piace pensare, che il Mondiale di Carpineti abbia aperto una strada che in tanti possano prendere ad esempio nel seguire, per il bene del magnifico sport dell’enduro.