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di Massimo Bonardi
Che cosa sia il “movimento” che sta dietro il neologismo anglofono di “Adventouring”, ormai è noto a tutti gli appassionati. Quegli illuminati che hanno iniziato per primi, una decina di anni fa, a pensare di creare degli eventi non competitivi destinati al segmento di moto più venduto in Italia (e in Europa), ovvero le cosiddette “dual” o se volete enduro stradali, cercando percorsi in gran parte fuoristrada scorrevole, percorribili con gusto con moto dai 150 KG in su, adesso si stanno godendo il successo del loro coraggioso esperimento.
In un calendario sempre più fitto di opportunità – francamente forse troppe e che necessitano di approfondita analisi dell’offerta prima della partecipazione – che affollano la pagina dedicata all’attività da parte della Federazione Motociclistica, la qualità del programma si vede poi in definitiva, dalla risposta in gradimento che ricevono annualmente dagli appassionati. E quindi dopo aver partecipato all’edizione 2020 e saltato, ahimè, quella del 2021, quest’anno sono tornato a quella che è sicuramente una delle più conosciute ed appaganti esperienze della specialità, come di consueto patrocinata sia dalla F.M.I. che dalla F.I.M. a testimonianza dell’internazionalità della manifestazione.
E’ assolutamente necessario dare dei numeri e non sono numeri banali, parlando della Transitalia Marathon, per rendere l’idea di ciò di cui si sta parlando e bisogna partire dal vero e proprio “click day” del giorno…giorno, beh, MINUTI dedicati all’iscrizione (e sto parlando del 4 di febbraio per l’evento di fine settembre). Ebbene, i 450 posti disponibili sono “fumati” in sette minuti d’orologio, a testimonianza che dopo otto edizioni, il desiderio di tornare in quei posti e con quell’organizzazione, non accenna a mostrare flessione.
Quattrocentocinquanta dicevo i partenti provenienti da ben ventitrè nazioni, nell’edizione 2022 che ha visto aggiungere una tappa per un totale di quattro giornate e un impegnativo numero di chilometri da percorrere (il mio trip totale ne segnava 930 di percorso), del quale circa il 70% fuoristrada. Da Rimini, partenza dal tradizionale Pazzale Fellini, dove il vulcanico anfitrione della manifestazione Mirco Urbinati, ha organizzato la prima edizione dell’MTI expò, fiera dedicata al mototurismo, a Gubbio nella straordinaria cornice di Piazza Grande; partenza il giorno successivo per arrivare a Cascia, terza tappa da Cascia a Rieti per poi terminare con la quarta tappa, sotto la pioggia battente e con la parte più impegnativa del percorso sui sassi abruzzesi, in quel di Teramo.
I percorsi sono quelli DA SOGNO scorrevoli (ehm, o quasi, qualche punticino un po’ così, soprattutto per BMW 1250 GS o similari, non mancava) come solo ed esclusivamente le regioni del centro Italia sanno offrire agli appassionati. Chilometri e chilometri di strade a fondo naturale, carraie e sottoboschi davvero entusiasmanti, dai quali spesse volte uscivi e ti offrivano gli spettacoli mozzafiato di borghi medievali arroccati sulle alture. Accoglienza locale ai massimi livelli per tutti i partecipanti, che ti faceva capire quanto fosse apprezzata questa visita di “massa” variegata rumorosa e allegra, anche e forse soprattutto in quei luoghi dove sono ancora evidenti i segni e le conseguenze irrisolte del terremoto del 2016. Due i percorsi offerti, denominati “Complex” e “Plain”, con il secondo che prevedeva alcune varianti in caso di maltempo, ma a completa discrezione del pilota; addirittura, per dare un’idea del livello organizzativo, è stato previsto in anticipo un percorso dedicato denominato “Swine Fever”, ovvero per rispettare i divieti di passaggio da parte delle amministrazioni interessate dal fenomeno della peste suina in atto in alcune zone. Due le possibilità di navigazione offerte, una con il classico roadbook oppure ( per quelli tipo me che girano in coppia con la presbiopia del pilota 6.0) con il navigatore e file GPX.
Ancora una volta un’esperienza fantastica, vissuta con amici veri e appassionati veri come te, in posti indimenticabili dove il tempo sembra essersi fermato e le atmosfere e i paesaggi ti rimangono negli occhi come fotografie. Avvicinandomi alle conclusioni e volendomi riallacciare a organizzazione e qualità dell’offerta ho volutamente lasciato in fondo, perché serva da ringraziamento, i numeri – anche questi tutt’altro che banali – di quanti abbiano collaborato con Mirco Urbinati, sempre presente in prima persona sul campo, per rendere fattibile e sicura la manifestazione. Settantaquattro persone, distribuite su quattro veicoli 4×4, una ambulanza al seguito con soccorritori e trenta in moto di staff. Sei, i medici specializzati che seguivano il percorso in moto per eventuali interventi urgenti. Un vero e proprio esercito coordinato dall’organizzazione, pronto a disporsi nei punti critici in caso di bisogno.
Questo è, in definitiva, il valore aggiunto e testimonia la qualità, di quanto la Transitalia Marathon è in grado di offrire ai suoi partecipanti.
Il prossimo “click day”, sarà battuto il record dei sette minuti? Ce ne sono tutte le premesse !!
(Image and video M.Bonardi)