THE “JET” LAWRENCE
di Edoardo Pacini
Ho ascoltato con interesse le considerazioni che Ricky Carmichael e Jeremy McGrath hanno fatto quando, replicando ai colleghi americani, sono stati chiamati a dare un giudizio su Jett Lawrence.
Carmichael si dichiara impressionato dal fuoriclasse della Honda, tanto da sostenere che il giovane australiano – a suo dire – sarebbe uno tra i tre migliori piloti della storia per qualità e attitudine. “Il modo in cui si muove – dice Ricky – lo rende unico e diverso”.
Aldilà della velocità espressa in pista quel che impressiona… “E’ la sua capacità di riprendere l’errore con semplici ed istintivi movimenti del corpo. Dentro un rettilineo di whoops può perdere il controllo della moto più volte. E per altrettante volte recupera l’errore”. E a proposito di errori Carmichael continua nella disamina. “Non commette due volte lo stesso sbaglio. E questo vuol dire che impara facendo tesoro dei suoi errori”.
McGrath sottoscrive ma rimanda il suo giudizio definitivo alla prossima stagione. Quando Lawrence guiderà la meno permissiva 450.
Non è la prima volta che ci troviamo a raccontare le gesta di promettenti ragazzi che dopo aver fatto benissimo con la 250 si sono smarriti passando di categoria.
Certo è che in questo momento storico particolare i padroni della top class sono trentenni che davanti non hanno molti anni di carriera. E per chi come Jett non ha ancora compiuto vent’anni si prospettano stagioni importanti in termini di risultati e guadagni. Sempre che le grandi distrazioni non gli facciano perdere di vista l’obiettivo. Le preoccupazioni e le perplessità di McGrath riferiscono a questo aspetto. Per vincere con la 450 la dedizione deve essere totale. Come a dire: non c’è tempo per dar retta a mezzo milione di follower…