C’erano un australiano, un inglese e …quasi… un francese
di Massimo Bonardi
Direte, è il solito inizio di barzelletta? No, ma a ben vedere com’è messo il motocross americano, dopo la gara di Houston di sabato sera, ci starebbe anche. La settimana scorsa, parlando di piloti e carisma, mi ero sbilanciato sostenendo che in quanto a futuro ricambio generazionale, il motocross stelle e strisce fosse messo forse peggio di noi. Guardando ciò che sta accadendo nella “classe cadetta” del supercross, quella 250 che dovrebbe sfornare i nuovi talenti, sono portato ad affermare di non essere poi così lontano dalla realtà. La costa Est è dominata senza ombra di dubbio da quel Jett Lawrence (inspiegabilmente ancora sulla cilindrata minore), che non conosce altri avversari se non se stesso e i suoi eventuali errori.
La costa West…beh, quella è cominciata sabato e l’esito, per i “locals” lo potrei definire un pelino imbarazzante. Partenza testa a testa tra il fratello “lento” (per modo di dire..) della famiglia Lawrence e il rookie Tom Vialle, all’esordio assoluto nella specialità, terzo Max Anstie…MAX ANSTIE….
Epilogo; Hunter Lawrence dopo un paio di scaramucce con il giovane francese, prende il comando e non lo lascia più sino alla bandiera a scacchi, Tom rimane secondo sino a tre giri dalla fine, scivola, va un po’ in confusione e perde posizioni, ma resta intatta la sensazione della sua velocità. Max Anstie…MAX ANSTIE… dopo essere rimasto terzo, consistente e osservatore, chiude la sua gara di “retroesordio” sulla duemmezzo, con un’incredibile piazza d’onore.
Facciamo una piccola analisi.
Hunter Lawrence, pilota indubbiamente veloce…ma nel nostro mondiale era o non era solo un pilota da primi dieci con puntate sul podio? Max Anstie, il chiacchierone inglese, anche lui sicuramente non lento, ma sinceramente, quanto si era abbassato il suo livello prestazionale nella nostra serie iridata e quali sono stati i suoi risultati in 450 nelle serie americane indoor / outdoor sino all’anno scorso?
Tom Vialle, l’unico che continuando la tradizione francese degli emigranti del motocross, non ha certo mortificato il suo fresco titolo mondiale, con una prestazione molto valida e subito tra i protagonisti.
Noi “anziani”, che abbiamo vissuto il periodo della conquista americana del nostro sport, quando i nostri campioni nel confronto con i loro ci facevano quasi la figura di uno junior contro un senior, a vedere gli Yankee “conquistati” nel loro giardinetto più bello, non possiamo che rimanere un pelo basiti.
Per lo meno si sono ripresi il nazioni…
(Image KTM, HRC)