Midweek: Le geometrie di Roczen
di Edoardo Pacini
Dentro la sua miglior settimana di sempre, Ken Roczen trova certezze. Da sabato a sabato passando per il martedì di Indianapolis l’ufficiale Honda mette in fila tre successi: notti di grazia e verità per la prima perfect week del tedesco d’America. Roczen sta gestendo con mano libera il campionato, ne ha capito l’anima e la sostanza. Nella settimana di Indy mi è sembrato addirittura padrone. E’ un pilota completo e compiuto, pronto per chiedere tutto nel prosieguo di questa stagione. Pronostici nel Supercross non se ne fanno. Previsioni nella seconda stagione inquinata dalla pandemia è roba da mal di testa. Ipotesi e proiezioni si basano sui numeri. Uno dato su tutti: il pilota della Honda ha vinto il 50% delle corse fatte. Cosa è cambiato nel suo 2021? La moto… l’autostima, gli avversari, le sue partenze. In un campionato dove dentro lo stesso secondo girano in dieci piloti, partir davanti è un fatto rassicurante. Tutti nello stesso spazio, cioè niente. Un rendimento sovrapponibile nel giro secco, differenze più evidenti a fine manche perché anche tra i piloti che fan classifica c’è chi regge la fatica e chi come Cianciarulo non ce la fa.
Roczen e le sue geometrie: sintesi di un personalissimo stile di guida.
Il suo modo di stare in moto è fortemente condizionato da tutori messi lì per limitare l’articolazione e proteggere polsi mal ridotti. Niente movimento di flesso-estensione delle gambe, pochi spostamenti e perlopiù calibrati, niente scrub. Guardatelo sui salti, con le ruote staccate, o nelle whoops. Guardatelo in curva. Nessuno è tanto statico perché quei pezzi di carbonio che fasciano gli avambracci lo costringono ad un rigore inusuale soprattutto nel Supercross. Ma tant’è. Credo che quel che riesce a fare valga doppio…
Chi lo può fermare? I nomi son quelli di sempre: Tomac, Webb o forse Barcia l’uomo che vede la pista come fosse un territorio di caccia, il cecchino maestro del t-bone.
Questi i nostri contatti, FOLLOW US ON
(Image courtesy HRC)