Flashback Friday: JMB trent’anni fa
di Martino Bianchi
Se devo dire chi è il pilota che più mi è rimasto in mente in oltre 40 anni di motocross, enduro o rally, devo dire sicuramente Jean Micheal Bayle. E’ stata una meteora. L’ho vissuto durante la sua prima vittoria mondiale nella classe 125 nel 1988 e poi al suo esordio negli Stati Uniti nel 1990. E’ stato un fenomeno! Il suo danzare sulla moto mi aveva entusiasmato sin dalle sue prime vittorie, soprattutto nelle gare dure e sul fango, dove sembrava non facesse fatica, con una condotta di guida estremamente pulita ed efficace. Dopo aver vinto il mondiale 125 e l’anno quella della 250, JMB voleva entrare nella storia sfidando gli americani in casa loro. Nel 1990 passai con lui diverso tempo in California. Era il ragazzo che, trasferitosi da una piccola cittadina nel sud della Francia a Redondo Beach in California, inseguiva il sogno, potendo contare su due ”angeli “ custodi come Gabriele Mazzarolo, titolare di Alpinestars e Roger De Coster, l’allora team manager di Honda America.
Gli veniva tutto naturale. Mi ricordo una giornata passata insieme a Simi Valley nella pista privata della Honda a Nord di Los Angeles. Ora non c’è più, ma per quegli anni era il paradiso dei motocrossisti. Due piste outdoor e una da supercross che si univano e si dividevano all’infinito in un catino naturale. JMB si divertiva come un matto tutto il giorno. Giocava con la moto. Provava e riprovava esercizi funambolici dal salto più lungo a quello più storto, dalle impennate infinite alle whoops senza sosta. “Io non mi alleno quasi mai facendo le manche – Mi disse – io mi devo divertire. Giri veloci, tratti di pista compiuti più volte, e tutto quello che mi viene in mente volta per volta. Non ho uno schema prefissato. Ogni tanto anche qualche manche, ma sempre puntando a giocare con la moto”. JMB, Un talento naturale.
Nel 1991 fece il triplete: vinse il SX, e i campionati National 250 e 500. E poi cominciò un’altra sfida. Vincere anche in velocità. Fece più fatica a mettersi in luce ma ebbe comunque il suo spazio di notorietà anche con le ruote slick. Ci frequentammo quando poi divenne advisor di HRC per quanto riguarda gli allenamenti dei piloti e in particolare di Gautier Paulin. Ma non ebbe lo stesso carisma nel trasferire agli altri tutto il suo sapere. Ora lo sto inseguendo per commentare insieme questo anniversario dei 30 anni dal triplete. Mi risponde che è molto preso. Ha avuto anche il Covid, ma ora sta bene. E’ nelle sue montagne, con gli sci o in bici. Per ora si nega. Sempre solitario e restio a rilasciare interviste. Ma prima o poi lo beccherò!
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