David Bailey: Difficili quei freni a disco
“Il Supercross portò le cose a un livello superiore perché correre negli stadi significava essere circondato da grandi folle, stare sotto le luci e godere di una straordinaria sovraesposizione. Sembrava che tutta quella gente fosse lì per guardare te. Era come una pista… da ballo. Per queste ragioni, alle prime gare sentii addosso una grande tensione. Non puoi essere davanti a 40-60.000 fan e non sapere ballare… L’altro aspetto era quello legato alla durata delle gare che erano più brevi e quindi l’intensità era maggiore, il ritmo era più alto, la partenza determinante tanto che non potevi permetterti errori perché c’era poco tempo per recuperare.
Ma era bello correre dentro le città, ed ognuna delle diciassette piste era unica. Le piste all’aperto erano sempre più o meno le stesse. A seconda del tempo, sapevamo cosa ci aspettava, ma ogni SX era totalmente nuovo e diverso da quello corso la settimana precedente. La tecnica di guida non è stata stravolta nel tempo. Noi piloti ci siamo evoluti “ripulendo” lo stile. Non si poteva essere passivi. Bisognava adattarsi velocemente, essere pronti per più partenze, affrontare salti lunghi e guidare a un ritmo elevato per tutta la gara. Se abbiamo fatto qualcosa di diverso nello stile? Probabilmente abbiamo iniziato a guidare più avanti sulla moto, più aggressivi e precisi, abbiamo imparato ad usare di più la frizione.”
Sulla moto…
“Honda era avanti a tutti nello sviluppo. Poi c’era la loro struttura privata chiamata Hondaland a Simi Valley. Per star dietro ad Honda, tutti i costruttori fecero grandi sforzi e le moto diventarono più ‘esotiche’, veloci, più performanti e di conseguenza anche i piloti migliorarono velocemente. Non era facile per me che ero un pilota ufficiale. Appena mi abituavo a qualcosa, c’erano altri pezzi da provare che cambiavano la moto… Ricordo quando ci venne proposta la possibilità di utilizzare freni a disco. Da principio non mi convinsero. Il freno a tamburo anteriore a doppia camma della Honda funzionava così bene che il disco era per me un elemento di disturbo. Inoltre avvertivo quell’effetto spugnoso alla leva che mi infastidiva.
Per il disco posteriore, sono stato molto esigente e soprattutto uno degli ultimi della squadra Honda Factory a fare lo switch. L’anteriore è sempre stato il più importante e quando presi la mano con l’impianto a disco capii che non si poteva tornare indietro”.
David Bailey da MOTOCROSS 1971-2021 DECADI
1971-2021 MOTOCROSS DECADI, in prevendita https://decadi.motocross.it/, ad Agosto in edicola