Harry Everts e quegli stivali che non gli portai…
di Martino Bianchi
Sto tornando dalla Croazia e nell’entrare in Slovenia mi ricordo di quella volta dove alla dogana tra l’Italia e l’allora Yugoslavia mi fermarono in dogana per mezza giornata. Era Maggio del 1982 e come inviato di Motocross mi stavo recando sul tracciato di Orehova Vas nei pressi di Maribor ad assistere alla quinta prova del mondiale cross 125. Il direttore aveva deciso che quell’anno avrei seguito tutto il campionato della ottavo di litro. Il campionato più importante per noi italiani visto la presenza di tanti giovani piloti azzurri e del grande impegno profuso dall’industria nazionale con l’impegno ufficiale di Gilera, Aprilia, TGM e Cagiva. Campionato a cui mi affezionai e che seguii per diversi anni fino al 1988 quando passai definitivamente dall’altro lato della barricata ovvero lavorando per l’industria motociclistica. Ma i rimborsi spese per seguire un intero mondiale in auto non bastavano e così gli inviati dovevano arrangiarsi per cercare qualche “lavoretto” extra che ci consentisse di far quadrare i conti. Trovammo così due aziende italiane che per prime capirono l’importanza del “racing service”, e furono disposte a “sponsorizzare” le nostre trasfert. Parlo in plurale perché i giornalisti coinvolti che collaboravano per Motocross e che formarono il racing service per M Robert e per MDS/AGV erano Massimo Zanzani per la classe 250, Paolo Conti per la 500 e il sottoscritto per la 125. Eravamo un bel trio affiatato ognuno innamorato del proprio lavoro e soprattutto appassionati. La faccio breve: passai il venerdì antecedente il GP da Roberto Marchetto (M.Robert, il boss), a Montecchio a ritirare 4 borse piene di materiale per i nostri piloti ufficiali, tra cui il più rappresentativo nella classe 125 era sicuramente il campione del mondo in carica Harry Erverts. Harry che l’anno precedente aveva firmato un contratto per M.Robert per utilizzare i nuovi e rivoluzionari stivali in plastica che però utilizzò solo in rare apparizioni, ma quasi mai in gare iridate.
Lo stivale si evolse nel tempo ma Harry, malgrado ci avesse messo la faccia su tante pubblicità dove lo ritraevano vicino al prodotto (super innovativo per quegli anni), non riuscì mai ad utilizzarli in gara. Nel 1982 il pilota belga diventò testimonial integrale per la M.Robert, vestito quasi da capo ai piedi dall’azienda veneta, molto probabilmente per sopperire alle mancanze contrattuali dell’anno precedente. Ma malgrado ciò gli stivali utilizzati in gara dal pilota belga erano sempre quelli tradizionali in cuoio. Ma quella volta Marchetto mi disse. ”Porta questi stivali a Harry e vedrai che sarà contento”.
Erano gialli con un interno rosso. Me ne diede 3 paia più tanto abbigliamento extra. Feci fatica a farle entrare in macchina quelle borse. “ ma alla dogana cosa dico?” “ ma va che non ti fermano…vai tranquillo”. Bella gufata! Arrivato al confine Jugoslavo…Tac. Bloccato. Faccio vedere fatture proforma varie, documenti e inventato che ero io il pilota….ma niente da fare. Dopo mezza giornata fermo in frontiera desistetti. Trovai un bar disposto a tenermi le borse fino a domenica sera, chiaramente regalando qualche maglietta e così proseguii il mio viaggio verso Maribor. Arrivai da Harry che fu quasi contento di quanto mi era accaduto. C’era tanto fango in pista e mi disse.” Guarda non li avrei usati comunque. Qui ho bisogno di sensibilità e ancora non mi sono abituato a quella plastica.”
Chiaramente non avevo argomenti per ribattere. Per me Harrry era come un Dio, quattro volte campione del mondo. Figuriamoci! Beh la sensibilità in quella gara fangosa nella Ex Jugoslavia Everts la trovò eccome. Fu la sua ultima vittoria in una gara di campionato del mondo di motocross. Concluse quella sua ultima stagione con un’ottima prestazione nel GP di Spagna, dove colse gli stessi punti del suo erede Eric Geboers , vincitore della seconda manche e del GP. Anche in quella sua ultima gara di mondiale Harry corse con gli stivali in cuoio coperti da delle ghette gialle per cercare di camuffare il mancato utilizzo di quelli in plastica. Negli anni a seguire ci provarono in tanti a fabbricare stivali interamente di plastica ma sempre con poco successo. Quella di M.Robert fu però un tentativo davvero pionieristico per quei tempi che l’azienda veneta cercò di sviluppare per diversi anni nel mondiale con altri piloti di successo .