Dietrich Mateschitz, la scomparsa di una visione
di Massimo Bonardi
Ha bevuto un’ultima Red Bull ed è volato via, con discrezione, come ha vissuto tutta la sua vita, anche quando il marchio, l’azienda fondata nel 1984 insieme al socio Tailandese, è diventato un fenomeno planetario. Tra realtà e – forse – leggenda, la scoperta di questa bevanda, in origine dal nome Krating Daeng, già con i due tori nel marchio, con virtù rigeneranti ed energetiche tali da far superare a Mateschitz gli effetti del jet lag in occasione di un viaggio di affari in Thailandia.
Da qui l’accordo, la fondazione della Red Bull, con il suo marchio inconfondibile che entra di botto nel mercato delle bevande energetiche, allora praticamente monopolizzato dalla Gatorade.
L’approccio però, completamente diverso.
Per la diffusione del suo prodotto, la genialità della sua visione. Inizia col dare visibilità a tutte quelle attività sportive di nicchia, a quei “action sports” che in quel termine raggruppava all’inizio manifestazioni giovanili ed estreme, unisce e crea eventi mediatici per le “trick generation”, portando a conoscenza del mondo, attività moderne e fino ad allora un po’ bistrattate ma estremamente spettacolari, sponsorizzando contest ed atleti di sport che si spingevano oltre il limite. Apre e si avvicina magistralmente al mondo di un motosport che, abbandonato dai tabaccai, necessitava di nuova linfa per sopravvivere. Di pari passo al successo della bevanda tra i giovani, aumentano i campi di azione e di investimento sulle attività sportive. Impossibile elencarle tutte, quando si va dai tuffi oltre i venti metri di altezza al lancio col paracadute dallo spazio, passando da surf, tavola da neve, sci estremo, DH, paracadutismo estremo, motocross, rally, F1, Moto GP, Superbike, Hockey…e anche calcio (nessuno è perfetto).
Nasce un contenitore, la Red Bull Tv, solo web e rigorosamente free,dove gli appassionati possono seguire le imprese dei nuovi eroi delle varie e spettacolari specialità. Compra e ristruttura completamente il Red Bull Ring in Carinzia, un gioiello di autodromo incastonato come una perla nei verdi saliscendi austriaci. Nel nostro sport è la squadra KTM Red bull, il riferimento dalle due parti dell’oceano, ma sono decine, i piloti che portano il marchio dei due tori sulle loro divise.
E’ un senso di vuoto importante, quello lasciato da questo geniale imprenditore, nel mondo da lui stesso creato e che adesso non può che guardare con giustificata preoccupazione, a chi verrà dopo di lui e se sarà in grado di proseguire sulla strada segnata, con lo stesso entusiasmo e la stessa intensità, con l’occhio alle passioni, prima ancora che alle logiche di mercato dell’azienda di successo.
Red bull ti ha messo le ali Dietrich…cieli blu…e grazie da tutti noi.
(Image and video M.Bonardi)