L’uomo nello specchio
di Fabio de Lorenzo
Come vi sentireste a guardarvi nello specchio e non riconoscere l’immagine che vi restituisce? Ancora una volta, ancora lui. Sempre incolpevole, sempre nel luogo e momento sbagliato. Solo sfortuna? Ed intanto il tempo scorre, e per uno che sull’ID scorge 1998, sta diventando un enorme problema. Molto tempo fa ho scommesso su Farm Boy, ed evidentemente mi ero sbagliato.
Richieste smodate, accompagnate da atteggiamenti inopportuni del suo cerchio magico, hanno definito la sua immagine. L’industria ragiona in modo lineare e compatto. Chiamando fuori gli sciamani De Coster e Baker che nella riserva austriaca sono gli unici che si possono permettere di reclamare i morti dal traghettatore; il resto degli attori sono manager talvolta anche pochi illuminati. Dispiace farlo presente ma il tocco magico di Mitch si è trasfigurato negli ultimi anni nella maledizione dell’assenzio. Verde uguale così come funesto; dopo aver perso la guerra con Adam, la campagna successiva si sta trasformando nell’ennesima disfatta. L’uomo sul quale ha costruito la sua squadra dal blasone pesantissimo, ha fallito per tre stagioni consecutive. Questa volta senza raggiungere la prima curva della prima finale…
Ed il confronto con lo sfacciato biondo australiano è quasi automatico. Dimenticandosi però che Jett ha cinque anni meno ed un palmares già incamerato, che Forkner sta bramando da anni. Ritengo che la velocità assoluta e forse anche il talento, siano speculari tra i due ragazzi ma che la vera differenza sia scavata dall’approccio e quindi dalle pretese. Per uno poche cazzate e tanto gas, per l’altro troppe distrazioni e moltissima presunzione senza aver dimostrato niente.
Non so quale giustificazione potrà darsi Austin per far pace con se stesso ma dovrà essere valida almeno quanto quella che sostiene sua madre. Un ginocchio devastato senza aver percorso un giro della prima gara Supercross, nell’anno in cui avrebbe dovuto necessariamente consacrarsi prima di passare a giocare con i grandi, è molto più che un infortunio. Le parole vuote dei consueti comunicati stampa di Team, casa madre e sponsor munifici, suonano sorde e tutti sanno cosa realmente vogliono descrivere. Il sogno di alzare quella tabella con il numero uno per poi raggiungere la squadra 450, si è smaterializzato e davanti è rimasta solo la consapevolezza accarezzata nel solito loop di ringraziamento alla squadra che, citando parole testuali “continua a supportarmi anche se non ha una ragione per farlo, dal momento che non ho ottenuto alcun risultato”.
Come al solito fatemi sapere cosa ne pensate 😉
(Image profile A.Forkner, Monster Energy)