Herlings è stato stratosferico ma in America…
Le qualità di Jeffrey Herlings (il pilota che sta meglio in questo momento della stagione) non le scopriamo in questo ultimo weekend. Iniziare la gara oltre la ventesima posizione e coronare una straordinaria rimonta con il successo significa andare forte, anzi fortissimo. Ma chiedo: perché all’olandese non è ancora riuscita un’impresa di questa portata nella MXGP?
– Dato di fatto. Il gruppo dei piloti di testa con licenza AMA non è rappresentato da uomini del peso specifico di Cairoli, Gajser, Febvre, ma anche di Paulin, Desalle e via dicendo. E aggiungo. Le piste americane esaltano le qualità tecniche sviluppate nella vecchia Europa dove i tracciati sono molto spesso budelli inadeguati che penalizzano e livellano le performance dei piloti. Negli Stati Uniti il talento lo si misura in “secondi”, nel Campionato del Mondo in decimi di secondo. Le piste americane sono larghe, lunghe, veloci e proprio per tutte queste ragioni lasciano spazio a più interpretazioni (traiettorie): fantasia, creatività ma anche coraggio, al servizio degli appassionati. Se vai più forte lo spazio per passare lo trovi. In Europa non è così: si percorre un giro di pista con una marcia e mezza, parzializzando sull’acceleratore con le ruote in traiettorie spesso imposte. Nel National capisci il senso di un cambio plurimarcia e del motore da 450…
E’ più facile per un pilota abituato alle gimkane del mondiale adattarsi ad un motocross diverso in tutto (piste, moto, turni di prove) che viceversa. Herlings ha preso le misure di moto e pista nei pochi minuti a disposizione. Eppoi ha fatto il resto con relativa semplicità. A proposito di moto. Si fa un gran parlare di messa a punto, di setting e mappature, poi arriva Herlings sale su una moto di serie e si inventa due manche da incorniciare. Che significa? Che le moto “stock” sono assolutamente performanti, che l’olandese è stato straordinario, che le gare National hanno un livello medio piuttosto basso. Perché in questo momento storico gli Stati Uniti non trovano degni eredi di Stewart, Villopoto, Dungey e Reed.
Sintesi: Herlings è stato stratosferico ma la, a parte qualcuno, sono andati davvero piano. Te lo dice il crono. Non puoi girare tre, quattro secondi al giro più veloci di piloti della top ten… Per alcune delle ragioni qui sopra elencate, vedere il National in tivù è decisamente più appassionante della MXGP. Nonostante i piloti di seconda fascia del circuito outdoor americano abbiano evidenziato un passo imbarazzante.
E’ vero che Cairoli avrebbe rischiato inutilmente. Ma accidenti quanto avremmo voluto vedere anche lui in quella gara…
Edoardo Pacini
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(Image courtesy KTM -S.Cudby, R.Archer)