fabiodelorenzo@motocrossrivista.it – Nonostante le prove di disgelo delle ultime settimane tra Davey Coombs e Giuseppe Luongo, il cammino verso una cooperazione appare sempre molto difficile. Questo fine settimana si corre l’USGP e temo che sarà la copia speculare della scorsa edizione. Ovvero qualche pilota comprimario targato Usa, i pochi top driver europei che si giocano il titolo e NESSUNA vera star americana!
Probabilmente nemmeno Coombs era tanto convinto quando, rispondendo ad una domanda diretta in un famoso Forum americano, asseriva che lui sarebbe andato all’USGP perché ne valeva la pena… E dire che YouthStream dopo qualche sterile tentativo di supremazia, ha provato più volte una mediazione con l’ambiente americano. Nessuno ha però raccolto le non troppo velate aperture di YouthStream e quindi è assai probabile che assisteremo al medesimo spettacolo dello scorso anno. Al promoter Europeo non è neanche bastato condividere il main sponsor del torneo Supercross e di Kawasaki Usa, per convincere almeno qualche top rider. Insomma una debacle mediatica annunciata.
Daltronde tutti i piloti americani di fascia alta hanno appena finito il campionato Supercross e si stanno preparando per l’imminente torneo Outdoor. E per quale motivo dovrebbero presentarsi al cancelletto dell’USGP ? Per lo spirito nazionalistico? Per doveri versi gli sponsor? Una cosa e’ certa. Non per soldi in quanto YouthStreaam non paga nessun premio gara. Sinceramente l’atteggiamento dello star system americano del motocross mi lascia sempre più allibito. YouthStream avrà molte colpe ma in questo caso i piloti che si reputano icone del nostro sport dovrebbero andare oltre il proprio naso… Molti piloti, tra le leggende yankee, hanno scritto pagine gloriose del Campionato del mondo di Mx. Un esempio? Kevin Windham nel 1999, in sella ad Honda ufficiale, scese in pista a Budds Creek per difendere i colori della sua patria e per dimostrare che era il migliore al mondo. Vinse con un primo e un terzo di manche davanti ad un certo Everts! Provate adesso a chiedergli cosa ricorda con maggiore orgoglio della sua carriera, risponderà citando quella vittoria.
Altri tempi ed altri uomini. Adesso è tutto legato sempre al solo denaro. Ma anche questa è una scusa abbastanza risibile. Probabilmente è legata alle altre in voga per motivare la rinuncia. Troppe gare per i piloti americani, troppo poco tempo per prepararsi all’imminente National. Di istinto mi verrebbe da scrivere solo scuse ma è sempre meglio motivare! Partiamo da un pilota da fascia “bassa” che ha fatto la storia del nostro sport.. David “The little Professor” Bailey. Si schierò e vinse il Gp di Unadilla nel 1983 nonostante stesse combattendo per i titoli Sx e National. Vogliamo disquisire sul numero di gare? 29 gare per i piloti americani tra Supercross e National. 17 di queste sono estremamente più corte di una sola manche di un Gp mondiale. I piloti europei affrontano un torneo che conta 15 prove da due manches da 45 minuti, più un campionato nazionale da almeno 4 prove….Portiamo un altro esempio? Un ragazzo biondo della ex Germania dell’Est questo inverno ha passato più tempo in volo sull’oceano, correndo sia gare Supercross che Gp. Mi pare di ricordare che ha anche vinto qualcosa!!! Insomma i problemi sono altri e tutti devono per forza fare la propria parte. Tutti i tifosi del mondo desiderano assolutamente vedere una gara dove schierati dietro al cancello ci siano i MIGLIORI piloti di TUTTO il mondo. Se dalla parte del promoter ci aspettiamo maggiore lungimiranza nel gestire ed ascoltare i piloti, dall’altro lato, ovvero i piloti, ci attendiamo che scatti quella molla che ha mosso le icone del nostro sport. Orgoglio per i colori della propria nazione ed amore smisurato verso un ambiente che grazie a loro puo’ e deve crescere. Chiudo auspicandomi che l’incontro tra Davey Coombs e Giuseppe Luongo sia veramente il primo passo verso una proficua collaborazione che porti finalmente ad un reale Campionato del Mondo