Bianco, Rosso, Blu McGrath e la chiamata al Nazioni
di Eric Johnson
Il telefono mi ronza in tasca e d’istinto lo guardo immediatamente. Sul display compare un messaggio: “Sabato 3 luglio 9:41. Assolutamente! Dato che è l’Independence Weekend, parliamo di quanto è stato bello avere avuto la fortuna di rappresentare il mio Paese in due occasioni – MC”.
L’sms su cui metto gli occhi proviene da Jeremy McGrath ed è in risposta a una nota che gli avevo inviato chiedendogli se fose disposto a parlare di Motocross e Supercross in occasione del 245° compleanno dell’America. Onestamente non mi aspettavo che il pilota che ho visto vincere per la prima volta il 17 marzo 1990 nel minuscolo Silverbowl di Las Vegas, mi rispondesse così velocemente. Ero anche sorpreso del fatto che fosse così desideroso di parlare di quelle che sono state due delle gare più importanti della sua carriera. Ho fatto una piccola ricerca sui Motocross delle Nazioni del 1993 e 1996 e ho telefonato al mio amico Mac il 4 luglio. Come avevo immaginato, non vedeva l’ora di raccontarmi tutto.
“Nel mondo di oggi ci vorrebbe più senso patriottico. L’esserci uniti questo weekend per l’Independence Day mi ha fatto ritornare con la mente a quei due Nazioni. Quelle gare mi hanno trasmesso sensazioni completamente uniche. Il cameratismo, il sentimento e l’orgoglio provato nel rappresentare il mio Paese mi hanno letteralmente emozionato. Quelle gare le ho impresse nel cuore. Ho avuto un sacco di bellissime gare, e anche molte di memorabili, ma quelle due in particolare mi hanno dato le più grandi sensazioni mai provate in tutta la mia carriera. Le corse ti regalano forti emozioni e forti sentimenti. Ti danno fiducia, orgoglio. Ma nelle corse il cameratismo di solito non è contemplato, il tuo obiettivo è sconfiggere gli avversari. Beh, al Motocross delle Nazioni le cose cambiano: quelli che sono i tuoi più acerrimi nemici, per un weekend diventano i tuoi migliori amici. Metti tutto da parte per rappresentre il tuo Paese. Niente è più importante del tuo Paese: devi portare a termine il compito facendo del tuo meglio solo per il bene della tua Nazione. Per me non c’è sensazione più grande dell’essere coinvolto in una cosa del genere”.
Schwanenstadt 1993. Manche 125-250: Puzar (50) affiancato da Everts (5) e a sinistra da McGrath (2).
Tutti noi amiano assolutamente il Motocross delle Nazioni. Seguendo questo principio, ho menzionato a McGrath che negli ultimi due decenni alcuni dei migliori piloti di sempre degli Stati Uniti, come Jeff Ward, Jeff Stanton, Johnny O’Mara e Jeff Emig, pur non avendo mai preso in considerazione l’idea di arruolarsi nell’esercito americano, l’essere stati però selezionati per correre il Nazioni ha dato a loro l’opportunità di mettersi gioco per il proprio Paese.
“Ha totalmente senso. Quando vieni selezionato per il Motocross delle Nazioni hai molta pressione, non vuoi deludere il tuo Paese, non vuoi deludere i tuoi compagni di squadra. C’è molto in gioco. E quando raggiungi l’obiettivo di vincerlo, ti senti al settimo cielo. Jeff, Johnny e tutti quei ragazzi che hanno vinto il Motocross delle Nazioni hanno provato quella sensazione. Quanto abbiamo fatto al Motocross delle Nazioni potrebbe essere paragonabile all’arruolarsi nell’esercito americano per combattere per il bene del tuo Paese. Certo, è un evento sportivo amichevole, ma comunque le sensazioni che provi sono incredibili”.
La 47a edizione del Motocross delle Nazioni si era svolta domenica 12 settembre 1993 a Schwanenstadt, in Austria. Il Team USA era in cima al mondo grazie a una serie di dodici vittorie consecutive, e ogni Nazione di Motocross sul Pianeta Terra voleva arrestare quella striscia positiva. Per il Team USA ci sarebbero stati Jeff Emig su 125, McGrath su 250 (anche se quell’anno aveva corso i Nationals 125) e Mike Kiedrowski su 500. In quella che era stata una mossa alquanto bizzarra, per l’edizione del 1993 del Nazioni l’AMA aveva permesso ai tifosi di votare chi secondo loro avrebbe dovuto rappresentare gli Stati Uniti in Austria. McGrath, che era uscito dal nulla per dominare il Supercross di quella stagione, era naturalmente la scelta popolare per correre nella 250 in Austria. E Mac si scoprì assolutamente nervoso!
“All’epoca ero molto popolare e per questo ho avuto il voto da parte di molti fans. Però ero spaventato all’idea di correre in 250. Sin dall’inizio della mia carreiera non ho mai avuto un gran feeling con la guida Motocross, sono il primo ad ammetterlo, non ero così bravo. La mia priorità era vincere le gare di Supercross, tutto ciò che era outdoors non m’importava”.
Schwanenstadt 1993. Per la 13a volta consecutiva il Team USA conquista il Motocross delle Nazioni. Sul primo gradino del podio: Emig, McGrath e Kiedrowski.
Quel giorno sulle verdi colline austriache il quarto posto di Jeremy McGrath nella manche combinata 250/125 aveva contribuito a portare la squadra americana alla vittoria per un solo punto. Il meccanico storico di McGrath, Skip Norfolk, aveva dichiarato: “Da quando il cancello è sceso Jeremy non ha mai smesso di stupirmi. Ha affrontato la pressione ed è arrivato dietro a piloti stellari come Stefan Everts, Alex Puzar e Kurt Nicoll. Ha guidato alla grande, il quarto posto non era affatto vicino al suo potenziale, ma considerando lo stress e tutto il resto, ha guidato una manche fantastica”.
McGrath riflette su ogni cosa. Anche oggi, a distanza di 28 anni, è stupito di come tutto si è svolto tra le Nazioni più potenti del Motocross dei Gran Premi.
“Non ero per niente sicuro. La pista era strana, di stampo europeo. Sono stato a malapena bravo da portarci la vittoria. Ero l’anello debole della squadra. Avevo paura di delure il Paese, il team, DeCoster. Fortunatamente, quel giorno ho corso una manche decente, l’altra hanno dovuto scartarla perché la peggiore del team. Per fortuna, gli altri ragazzi hanno fatto davvero bene. Sapevano come guidare. Santo cielo! È stata la pressione più folle che abbia mai avuto in vita mia. Ero entusiasta di aver vinto, ma sapevo anche di essere stato l’anello debole del team. Probabilmente non ero l’uomo giusto per quel compito”.
Jerez de la Frontera 1996. McGrath in piena azione sul pistone spagnolo.
Tre anni dopo, Jeremy McGrath, Campione Nationals AMA 250cc in carica e vincitore di 14 dei 15 round del Supercross 1996, è stato scelto per rappresentare il Team USA alla 50.a edizione della gara in programma sul circuito MotoGP di Jerez de la Frontera. Insieme ai compagni di squadra Steve Lamson e Jeff Emig, era in cerca di riscatto poiché il Team USA è stato sconfitto al Nazioni sia nel 1994 sia nel 1995.
“Ero pronto a cambiare tutto. Avevo imparato a guidare negli outdoors. Ci ho messo molto, ma alla fine ho capito. Mi sentivo uno dei migliori piloti di Motocross al mondo. Nel 1996 avevo vinto tutte quelle gare di Supercross ed ero il Campione Nationals in carica. Per questo il Motocross delle Nazioni del 1996 è stata una sensazione completamente diversa. L’obiettivo era quello di battere tutti, nessuno mi avrebbe neanche sfiorato. E andò esattamente così. Quell’anno avevamo una delle squadre più forti nella storia del Nazioni. Jerez è stata probabilmente una delle mie piste preferite di sempre. Aveva salti enormi. Era tutt’altro che una pista Supercross, ma i salti erano pazzeschi. Hanno dovuto addirittura abbattere un quadruplo mostruoso di quasi 40 metri in discesa. In Spagna ho vinto entrambe le manche. Me li sono fumati tutti, ero davvero in palla. È stata pazzesca la differenza di guida in outdoor dopo soli due anni. Un anno correvo a malapena per la sopravvivenza, l’anno dopo ero in cima al mondo. Completamente diverso, ma con lo stesso cameratismo e lo stesso orgoglio di rappresentare il mio Paese. Nel weekend di Jerez ho probabilmente provato l’emozione più forte di tutta la mia carriera”.
Jerez de la Frontera 1996. JMG lascia la pista da dominatore con il meccanico Skip Norfolk.
Il Motocross delle Nazioni 2021 è in programma domenica 26 settembre sul Circuito Internazionale Tazio Nuvolari di Mantova. Jeremy McGrath, sette volte Campione AMA Supercross e due volte Campione Motocross delle Nazioni crede fermamente che il Team USA dovrebbe esserci ed essere pronto a combattere.
“Sarebbe importante per il nostro Paese, come per lo sport. Riunire la squadra migliore per cercare di tornare lì e vincere. I piloti di Motocross in Europa sono molto forti. Ce ne sono almeno dieci che vanno davvero forte e penso che forse il motivo per cui gli americani non vogliano correre il Nazioni in Italia è che potrebbero avere paura del confronto, non della pressione. Il Nazioni è una gara importante nella storia del Motocross americano e sarebbe molto bello vedere una buona squadra americana andare di nuovo là a combattere, uniti, per quel titolo”.
(images E. Pacini, E. Ranieri)
Jerez de la Frontera 1996. McGrath, Emig e Lamson sul podio con il team francese e di quello belga.