Quel Desmo di Cairoli
di Massimo Bonardi
“Desmodromico” …semplificando… scioglilingua tecnico, che indica l’azionamento meccanico di una distribuzione a valvole in un motore a quattro tempi, in luogo di azionamento elastico o pneumatico (molle).
Non stiamo lì a raccontarvi tutta la rava e la fava, perché se mi leggete dopo pranzo vi viene l’abbiocco, fatto sta che questo sistema, del quale si hanno tracce documentali dalla fine del 1800, è stato adottato dalle famose “frecce d’argento” Mercedes plurivittoriose in F1 negli anni ’50, per approdare definitivamente, diventandone bandiera tecnica, in Ducati nel 1955 ad opera del famosissimo Ing. Taglioni. Questi i cenni storici di quanto sta per essere “regalato” al nostro mondo, con la notizia ufficiale dell’ingresso del marchio italiano più famoso del mondo, nel motocross. I vantaggi tecnici derivanti dall’adozione del sistema, sono testimoniati dagli incubi che quel satanasso dell’Ing. Dall’igna sta provocando alle notti dei progettisti di tutte le case motociclistiche mondiali
Ma la velocità è un mondo parallelo…a noi? Cosa porterà? Il progetto di Borgo Panigale è sulla produzione delle due cilindrate classiche 450 e 250 cc. Se per la 450 chi scrive è sempre stato convinto, che il limite “fisico” del pompone siano i 60 cv per “restare umani” e quindi non si vede la possibilità di utilizzare fino in fondo, il vantaggio in numero di giri che ti può dare il Desmo, per la 250 il discorso è ben diverso. Guardate che sono passati ben vent’anni anni, dall’apparizione del primo KTM 250 SX-F vincente nel mondiale, che a parte cinque “inserimenti” nel palmares, grazie alle caratteristiche tecniche del suo motore (in termini di giri e curva di potenza) è stato e rimane al vertice mai raggiunto della categoria. Qui sì, a mia opinione, che il motore Ducati per le sue caratteristiche intrinseche, potrebbe arrivare o addirittura superare le prestazioni austriache. Vedremo.
E i bolognesi, divenuti bandiera incontrastata dell’italianità motociclistica, a chi potevano affidarsi per lo sviluppo e il lancio “col botto”, del loro modello “da terra”, se non al numero uno del nostro sport? Non entro nel merito della separazione tra Antonio Cairoli e il mondo KTM, già troppo si è detto e scritto e le motivazioni reali le conoscono solo i diretti interessati. Cosa certa – ne sono ultraconvinto – è che il connubio che si è venuto a creare è e sarà uno di quelli che faranno del bene a 360°, allo sport, all’ambiente…e anche al mercato, una volta che la produzione sarà avviata, perché sostanzialmente si lavora per soldoni…non solo per la gloria.
Altra cosa certa, è che una delle immagini più improbabili, di quando Tonino era stato eletto al ruolo di team manager, era stata quella di lui in giacca, dietro una scrivania di Mattinghofen. Non era il suo!! Antonio deve dare del gas, perché è la cosa che sa fare meglio nella vita. Com’è quel detto che viene spesso usato per definire gli “insegnanti”? Ah già “…Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna…” Ecco, Antonio Cairoli LO SA FARE e lo dimostrerà, ne siamo certi!!
(Image KTM, web)