Everts e Rinaldi
di Edoardo Pacini
Lui li definisce quelli con il sangue blu… per la loro appartenenza ad una classe nobile. Michele Rinaldi gli Everts li conosce bene. Almeno due su tre… Con Harry ci ha incrociato i manubri tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80. In quell’epoca il belga vinceva tre titoli nel mondiale 125 alla guida delle Suzuki ufficiali, Rinaldi diventava grande con l’artigianale TGM prima e si confermava fortissimo con le rosse Gilera. La storia è bizzarra. Tanti anni dopo quei confronti che hanno segnato la storia, Rinaldi ed Everts si sono ritrovati con ruoli profondamente diversi. Il primo nelle veci di Team Manager delle Yamaha ufficiali. Il secondo nel suo di padre di un Campione che ha la necessità di rilanciarsi dopo stagioni davvero difficili.
A fine 2000, Stefan Everts conclude anzitempo il rapporto con Husqvarna. Il contratto che lo lega alla Casa di Schiranna è un triennale ma le parti si accordano per rescindere il contratto alla fine di quell’anno. Stefan non ha feeling con la moto di Varese. Dopo il primo test alla Malpensa boccia la potentissima 4t. Il giudizio dopo un solo giro di pista fu lapidario: “Sono io che devo comandare la moto e non la moto che comanda me”. L’infortunio di Beaucaire di inizio anno complica ulteriormente le cose. Poi c’è il manager, Dave Grant, a cui Everts si era affidato. L’inglese un paio d’anni prima aveva convinto Stefan ad accantonare definitivamente l’idea di proseguire la carriera negli Stati Uniti: “Meglio un pesce grande in un piccolo lago che un pesce piccolo in un grande lago”.
L’attività manageriale di Grant disattende le aspettative soprattutto sotto il profilo della gestione finanziaria. Dopo aver trovato l’intesa con Husqvarna per chiudere il rapporto, Everts si vede costretto a far fronte agli impegni presi dal Team di cui è socio proprietario. E’ questa la condizione posta da Michele Rinaldi. Che per la stagione 2001 può ingaggiare Everts a patto che il belga non abbia situazioni pregresse in sospeso. Stefan paga piloti e meccanici, si libera di Grant e comincia la sua avventura con le Yamaha di Rinaldi. Con le quali corre sei stagioni che gli valgono altrettanti titoli mondiali.
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